“Causa umana 90% incidenti: 3.000 morti l’anno in Italia. Necessaria formazione continua”
Milano, 18 Novembre – “In un anno abbiamo circa 1,2 milioni di persone che perdono la vita a causa di incidenti stradali. Di questi 20.000 in Europa, 3.000 in Italia. Se pensiamo a quello che è il valore che spende la comunità per tutte le tipologie di incidenti, quindi inclusi feriti, quindi non solo i decessi, parliamo quasi dell’ammontare di una finanziaria”. Lo sottolinea Tony Purcaro, presidente del gruppo Dekra Italia, che – a margine della premiazione in seguito all’indagine condotta da Italia Oggi e Ital communications, in collaborazione con l’Università la Sapienza di Roma sulla qualità di Vita nelle città italiane– sottolinea come sia necessario applicare formazione e accertamento continuo dei requisiti per il conseguimento e il mantenimento della patente.
Per Purcaro, il tema molto importante che emerge dal Rapporto Dekra sulla sicurezza è che “miglioriamo dal punto di vista tecnologico, non miglioriamo dal punto di vista del comportamento”, anche perché “il 90% delle cause degli incidenti è collegato al comportamento umano”. Insomma, “dobbiamo renderci conto che la sicurezza talvolta è qualcosa che è frutto di una scelta, di una scelta che deve venire dalla consapevolezza di quello che facciamo quando siamo alla guida”. E non solo. “Anche la formazione, magari un po’ più evoluta che si avvale della tecnologia per trasferire e far toccare con mano, senza che accada realmente, quelli che sono le possibili conseguenze di comportamenti errati”.
La sicurezza stradale è un fattore culturale da cambiare, o da adeguare ai tempi. A tal proposito, Purcaro cita una recente ricerca targata Dekra da cui si evincono dati interessanti anche per ciò che concerne la cosiddetta ‘teoria’. “E’ una ricerca che abbiamo condotto in Germania relativamente ad un campione di persone adulte, ed è venuto fuori esattamente che l’80% delle persone alle quali è stato sottoposto l’esame per il conseguimento della patente di guida non hanno risposto correttamente, facendo in media 30 errori, quando invece ne basterebbe fare solo 10 per non passare l’esame”.
Tutto ciò “per far capire che a volte si dà troppo per scontato quello che magari si è imparato tempo fa e non si ha neanche la giusta formazione, la giusta capacità di gestire le nuove tecnologie che sono a bordo dei veicoli di nuova generazione”.
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