Napoli, 13 Giugno – L’espressione più ricorrente nel lessico di Silvio Berlusconi – salito in Cielo ieri mattina, poco dopo le nove – era…«mi consenta!»: i più solevano attribuire ad essa una connotazione negativa, espressione di quell’altezzosità in cui il Cavaliere si sarebbe distinto nel corso dei suoi ottantasei anni; tale interpretazione, tuttavia, non è affatto corretta: malgrado le mie idee siano decisamente agli antipodi rispetto a quelle che il compianto poneva alla base dei suoi molteplici progetti, la locuzione di che trattasi è indice di cortesia, specie se la si pronunzia intervenendo nel corso di una discussione.
Mi preme evidenziare, innanzitutto, che Berlusconi conseguì la laurea in giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Milano (quindi, frequentò un ateneo pubblico, a differenza dei figli di papà odierni che intendono…vincere facile), quindi ben conosceva il linguaggio tecnico del diritto. Orbene, anche nel redigere gli atti giudiziari, si impiega spesso l’espressione tipica berlusconiana prima di svolgere le proprie argomentazioni, con l’intento di illustrare al Giudicante – senza, ovviamente, sconfinare nella prolissità – una situazione antecedente ai fatti di causa che potrebbe rilevare ai fini del decidere (a titolo esemplificativo, giova rimarcare che la parte narrativa di un ricorso in materia di lavoro reca quasi sempre l’espressione “sia consentito premettere che Pinco Pallino ha prestato effettivamente servizio nell’azienda Pazzaroni”).
Di non minor rilievo è la materia scelta da Silvio per la propria dissertazione di laurea, ossia il diritto commerciale: non è casuale che il suo docente relatore, il professor Remo Franceschelli, volle assegnargli un lavoro inerente al contratto di pubblicità tramite inserzione, argomento sul quale parecchi studiosi d’allora erano completamente impreparati.
Sebbene si tenda marcatamente a porre in secondo piano la figura del Silvio giureconsulto, ritengo che la rivoluzione copernicana dell’imprenditoria del Bel Paese costituisca in larga parte il risultato degli studi che il Cavaliere compì sotto l’egida del proprio relatore: questa laurea, carissimi Lettori, non fu assolutamente “comprata”, ma, al contrario, sudata! La pubblicità moderna ha, infatti, il suo precursore proprio in Berluska, cui va attribuito il merito di aver apportato significative modifiche alla metodologia propagandistica, cosa che gli è servita anche per riscuotere quel successo politico che gli ha consentito di guidare per ben quattro volte l’Esecutivo.
Non va trascurato, infine, il ruolo determinante di Berlusconi nel mondo del calcio: sebbene sia Interista – dunque, in un certo senso, “rivale” – mi preme evidenziare che il compianto ha portato il suo Milan all’apice del successo, compiendo scelte coraggiose: i trofei vinti dalla squadra sotto la sua presidenza son stati ampiamente meritati!
Alla luce della breve argomentazione svolta, mi si consenta di concludere che la poliedricità ed il coraggio di Silvio Berlusconi dovrebbero costituire un valido esempio per chiunque ambisca a centrare i propri obiettivi: chi non risica, non rosica!
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