Attualita'

IL PUNTO – Il fenomeno della devianza minorile

Nel quarantesimo anniversario della dipartita di Eduardo De Filippo
Napoli, 31 Ottobre – Mi rendo conto, cari Lettori, dell’oggettiva difficoltà a prevenire il fenomeno, tristemente diffuso – e non solo nel Mezzogiorno – della devianza minorile: secondo le rilevazioni statistiche più recenti, le azioni criminose commesse da soggetti minori d’età si stanno esponenzialmente moltiplicando, specie in quei luoghi ove mancano del tutto i controlli da parte delle Autorità, ovvero laddove a dettar legge sono i cosiddetti «uomini d’onore» (che, in realtà, di onorevole non hanno alcunché).
Eduardo De Filippo, della cui Nascita al Cielo ricorre quest’oggi il quarantesimo anniversario, era riuscito – anche in virtù della sua indiscutibile cultura poliedrica – a cogliere la reale portata del problema, tanto da farne il pilastro portante del suo impegno politico a séguito della nomina a Senatore a vita conferitagli (non certamente a caso) dal più che illustre Sandro Pertini, allora Capo dello Stato.
Secondo il drammaturgo, urgeva che lo Stato riservasse un’attenzione maggiore a quei «guagliune» (It.: «ragazzi») che, non certo per colpa loro, venivano indotti dagli adulti a porre in essere azioni moralmente e giuridicamente reprensibili (rivolte particolarmente agli intrusi, a quelli estranei a determinate «bande») che il più delle volte li fanno finire dietro le sbarre; purtuttavia, malgrado i suoi innumerevoli appelli, in àmbito nazionale ci si è ostinati a porre in secondo piano tale famigerata questione, adducendo una serie di pretesti al cui solo pensiero imbestialisco. In altri termini…nulla di fatto (prima di De Filippo s’erano impegnati i Santi Filippo Neri e Giovanni Bosco): in quel di Roma, ai piani alti, era ben visibile il fumo, ma…dell’arresto neppure l’ombra (come in tanti altri casi, dopotutto)!
Un provvedimento, in realtà, fu varato a livello regionale: difatti, con la Legge della Regione Campania n. 41 del 1987 (tuttora nota come «Legge Eduardo»), si tentò di promuovere l’inserimento sociale, la promozione formativa e la crescita della persona, anche mediante l’attuazione di misure ad hoc; però…la cosa non andò in porto neanche a livello territoriale, complice un’asserita «mancanza di fondi».
A onor del vero, ciò che realmente mancava, cari Lettori, era la volontà di cambiar le cose: nei palazzi del potere si ragionava piuttosto su come assicurare quel presunto «quieto vivere» che fa sorgere, ex se, la paura di qualsiasi cambiamento, finanche in melius.
Anche adesso, purtroppo, si fatica a comprendere la reale portata della devianza minorile; ma ancor più grave è il fatto che il Governo pensa di poter sanare tale piaga mediante un malloppo di leggi draconiane che sono ben lungi dal favorire lo sviluppo della personalità.
Auspico, quindi, che il Ministro della Cultura prenda in seria considerazione gli intenti che albergarono illo tempore nella mente eccelsa di De Filippo, favorendo il rilancio del settore teatrale attraverso la valorizzazione dei talenti posseduti dai giovani disagiati: la cultura è un arma a doppio taglio contro la devianza e la criminalità, pertanto è necessario che essa occupi il primo posto in ogni programma politico. Scusaci, Eduardo, se non abbiamo saputo far tesoro delle Tue sagge esortazioni!
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