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IL PUNTO – Il caso Ilaria Salis, le parole di un amico del padre

Napoli, 3 Febbraio – Le immagini di Ilaria Salis incatenata e il video del pestaggio su un cittadino inerme a Budapest hanno scatenato le considerazioni più disparate. Squallidamente condite da accuse senza fondamento o da assoluzioni a priori. Insomma, sul caso Ilaria Salis come al solito gli italiani si sono divisi in due, senza affrontare nei fatti le cose… “Ritorno sulla questione di Ilaria Salis, che conosco bene perché amico del padre e diciamo, senza spiegare più di tanto, mi sono adoperato affinché si facesse qualcosa per questa cittadina italiana da un anno in carcere in Ungheria senza che nessuno, a cominciare dalla nostra ambasciata, si fosse adoperato seriamente per garantire alla ragazza un giusto processo.

Devo dire che sono allibito sul modo che a Destra e a Sinistra si sia travisato la realtà e si sia usato questo episodio anche impropriamente per accusare il Governo ungherese che, in questo caso, c’entra poco o nulla perché in Ungheria come in Italia il potere esecutivo e il potere giudiziario sono separati. E allora torno ai dati concreti; Ilaria è stata trovata in un taxi con altri due cittadini tedeschi con le armi usate da un commando di terroristi (così sono definiti in Germania dove questi operano) che sono organizzati militarmente e che vanno nelle manifestazioni anti naziste che fanno in giro per l’Europa e sono accusati di aggredire a martellate, sottolineo martellate e spranghe, persone isolate ritenute da loro militanti neo nazi.

A Budapest, per altro, si sono anche sbagliati e hanno ridotto in fin di vita un povero musicista molto conosciuto che, ignaro dei fatti, stava leggendo un giornale. Uno dei due, che era con Ilaria, non solo ha patteggiato auto accusandosi dei fatti di violenza, ma ha chiamato in causa anche Ilaria la quale, invece, si dichiara totalmente estranea ai fatti. Quindi, abbiamo lei trovata su un taxi con altri due e le armi usate per gli attentati di cui uno l’ha coinvolta. Le autorità ungheresi, a fronte di questi fatti, hanno ritenuto di arrestarla e accusarla non solo del pestaggio ma anche di terrorismo, infatti Salis rischia da 11 a 22 anni di carcere. Lei, a sua volta, si dichiara innocente e a suo favore c’è il fatto che si è rifiutata di patteggiare, a differenza del suo coimputato che, patteggiando, è stato condannato a soli tre anni da scontare in Germania. Lei preferisce affrontare il processo e dimostrare la sua innocenza.

Questi i fatti puri e semplici, quindi sta facendo un anno di carcere preventivo; lo dico io che aborro il carcere preventivo, non per il pestaggio ma per il reato di terrorismo. L’immagine abominevole in cui lei viene portata davanti al giudice con mani e piedi legati – che considero da terzo mondo – purtroppo è una prassi non solo in Ungheria… Chiunque abbia visto dei processi, ad esempio in Usa è prassi, e allora questa battaglia di civiltà ossia di non ridurre i detenuti – per altro ancora non condannati ma semplicemente sotto processo in quello stato detentivo – va fatta sempre non solo quando lo si vede in un tribunale ungherese. Ci dovrebbe essere da parte di tutti gli Stati occidentali, che hanno aderito alle convenzioni dei diritti dei detenuti, l’impegno di abolire questi trattamenti disumani.

Usare quelle immagini contro il Governo ungherese, per dire che è brutto e cattivo e tacere quando ciò avviene nei tribunali americani e anche in tanti Paesi europei, non mi sembra corretto ed equilibrato. E come al solito si usa una delicatissima vicenda per fare propaganda politica. Onestamente sono abbastanza stanco di vedere gente che si dice anche liberale prestarsi a certi giochini. E con questo ho chiuso con la speranza che Ilaria possa dimostrare la sua innocenza, e per me è innocente fino a prova contraria, anche perché ha un padre meraviglioso, persona perbene che, giustamente, si sta battendo per sua figlia con molta dignità e responsabilità.

Come ha detto lui quando tornerà a casa “L’abbraccerò per mezz’ora e poi le darò simbolicamente un calcio nel sedere “ e in questa bella e affettuosa frase del padre c’è tutta la verità di questa vicenda. Ovviamente per chi la vuole capire… Poi c’è chi, a Destra come a Sinistra, sta usando questo dramma famigliare per mere speculazioni politiche… Ciò a me fa schifo: chiuso l’argomento.” Enzo Raisi, già parlamentare della Repubblica.

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