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IL PUNTO – E la palla finisce in rete!

In memoria di Gigi Riva (1944 – 2024)

Napoli, 23 Gennaio – Iersera la temperatura atmosferica in quel di Riyadh era pari a diciotto gradi circa; tuttavia, quel che più contava era la fervente attesa di una finale che vedeva opposti il Napoli, Campione d’Italia in carica, animato dalla voglia di riscatto dopo un periodo a dir poco buio, e l’Inter, vicecampione d’Europa, che, memore di numerosi errori tecnici commessi nell’annata 2022/23, sta impegnandosi al massimo per regalare molteplici soddisfazioni ai propri sostenitori, me incluso.

Malgrado la vittoria – si badi, più che meritata – dei Nerazzurri, mi sono spuntate, di colpo, le lacrime: era venuto, infatti, a mancare Gigi Riva, noto anche col soprannome di “Rombo di Tuono” – appioppatogli da Gianni Brera -, le cui giocate spettacolari hanno accresciuto significativamente la platea degli appassionati di calcio.

Alcuni spettatori locali, una volta proiettata la sua immagine sugli schermi dello stadio, hanno emesso una pioggia di fischi, giustificando tale azione con pretesti culturali (nei Paesi Islamici, infatti, non è costume osservare il silenzio per onorare i defunti), ma…su quegli spalti c’erano soprattutto sportivi veri (anche Arabi, beninteso), che, invece di seguire la massa, hanno tributato al compianto un fragoroso applauso: Rombo di Tuono, da Lassù, aveva segnato il suo ennesimo goal nel cuore di chi, mosso dall’amore per il pallone, ne aveva apprezzato non solo le qualità tecniche, ma anche l’encomiabile signorilità.

Alla vigilia della Finale dei Mondiali del 1970, vinta dallo stellare Brasile di Pelé, Riva era spesso paragonato a quest’ultimo da diversi opinionisti, che ne sottolineavano l’intelligenza tattica: se, da un lato, il fuoriclasse Verdeoro era inarrestabile con la palla tra i piedi, Rombo di Tuono aveva un invidiabile fiuto del goal, quindi la Seleçâo non veniva data per superfavorita!

L’incontro terminò quattro a uno per i Sudamericani, ma Gigi si rese comunque protagonista, tanto durante le singole partite quanto in veste di leader dello spogliatoio: dopotutto, era reduce da uno storico Scudetto da poco vinto con il Cagliari – squadra che poi è rimasta nel suo cuore -, nonché dal trionfo agli Europei del 1968, nella cui finale era andato a segno, regalando una gioia enorme all’intero Paese.

Non è stato un caso che egli abbia voluto trascorrere i suoi ultimi anni terreni nel Capoluogo Sardo, ove tuttora è acclamato a gran voce dai sostenitori Rossoblù: il suo ricordo è destinato a restare indelebile, unitamente alle sue reti e, soprattutto, al suo atteggiamento da gentiluomo in campo e fuori.

Grazie di tutto, Rombo di Tuono!

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