“Non si va mai via, si varcano solo altri cieli!”
Napoli, 9 Ottobre – Ci sono giardini che a volte vengono privati di fiori, recisi quando la fioritura è in pieno sviluppo, lasciando un vuoto enorme, incolmabile. Ahimè ciò è accaduto per tre fiori bellissimi di via Ritiro: B., A. e R.
B. è venuto a mancare pochi giorni fa, lasciando un paese in lacrime e senza parole. Un ragazzo buono, generoso, altruista per il quale la comunità ha speso parole d’amore e di elogio. Figlio degno di sua madre, una persona squisita a cui devo molto poiché per lungo tempo ha allietato le giornate di mia madre, regalandole il suo tempo e tanti sorrisi. Sono certa che ovunque sia starà aiutando qualcuno com’era abituato a fare.
A. era biondissima e con gli occhi azzurri, molto legata a sua sorella poco più piccola di lei, erano indivisibili, giocavano amabilmente con le barbie, passeggiavano spensierate per il vicolo con le loro magrissime bambole; sembravano delle giovani mamme con le loro bambine, erano così carine e suscitavano tanta tenerezza.
Si sposarono entrambe, A. andò a vivere nel cortile di fronte alla casa natia e il suo matrimonio fu allietato da due bellissimi bambini.
In uno dei miei ritorni a casa, in una bella giornata di primavera mentre godevo del sole seduta in cortile, mi deliziavo della voce di quella giovane mamma alle prese con i suoi vivaci bambini, non ricordando i loro nomi li chiesi a mia madre. Sorrido ancora nel ricordare la sua risposta.
“Uno si chiama come me, Emanuele e l’altro si chiama Uga”.
“Uga.? Allora è una bambina?”, le chiesi confusa.
“No, due maschi”, rispose lei concitata.
“Ma mamma, come fa a chiamarsi Uga. ed essere maschio?”, ribattei.
“E’ maschio ti dico, la sento quando lo chiama, Uga, Ugaaa”.
Non so chi mi illuminò, ma mentre lei imitava la sua voce, capii il nome.
“Forse dice Luca?”.
“Luca, Uga, cosa cambia, l’importante è che lo chiama”, e andò via molto seccata.
Avrei tanto voluto raccontare ad A. di questo siparietto fatto con mia madre ma non ci fu mai occasione e purtroppo mai ci sarà. Giovanissima si ammalò e portò la sua bellezza nel giardino dei cieli.
R. viveva con la sua famiglia nello stesso cortile di Antonella, erano quattro fratelli e tutti avevano degli occhi neri stupendi, contornati da ciglia folte e lunghissime, quando li guardavi ne restavi incantata. Iniziarono prestissimo a lavorare a bottega, come si usava in quegli anni, per aiutare la famiglia. Con grandi sacrifici comprarono un pezzetto di terra e dopo il lavoro diventavano muratori per realizzare la loro casa.
Per anni ci siamo scambiati gli auguri nel giorno del nostro onomastico, il 24 ottobre, festività poi spostata al 29 settembre. Terminata la casa si trasferirono, e purtroppo persi le loro tracce.
Alcuni anni fa venni a sapere che Raffaele forse per un infarto, a soli 40 anni, con i suoi occhi bellissimi che sembravano stelle, era andato a illuminare il cielo.
È difficile accettare la morte soprattutto quando giunge inaspettatamente e non seguendo le regole naturali della vita, altrettanto lo è parlarne, scriverne. Con queste poche righe, ho voluto omaggiare quei tre bravissimi ragazzi e le loro famiglie. I valori, i buoni sentimenti che hanno caratterizzato la loro seppur breve esistenza sulla terra e in via Ritiro, rappresentano la vera essenza della vita e sono le cose più di valore che potevano lasciare.
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