Napoli, 9 Marzo – L’invasione della Russia in Ucraina ha innescato la legittima risposta dell’Occidente, in primis con l’adozione di pesanti sanzioni economiche nei confronti di Mosca. Il mondo occidentale ha poi dato il via libera, con una storica decisione, alla fornitura di armi all’esercito ucraino affinché possa efficacemente difendere il proprio territorio.
Inoppugnabile dunque la linea della fermezza nei confronti della Russia, soprattutto con l’asfissiante pressione delle sanzioni economiche che non tarderanno a far sentire la loro reale efficacia. Una decisione ferma e compatta anche da parte dell’Unione Europea che ha lo scopo di proteggere la sicurezza dei cittadini e convincere Putin a ritirare le truppe.
Ma è fondamentale, a questo punto, evitare di gettare benzina su un fuoco che potrebbe divampare con conseguente inimmaginabili. Proposte, per esempio, come quella dell’attivazione di una no-fly zone, ribadita anche oggi in tv dal presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy con un appello all’Occidente, sono di fatto inapplicabili e rischiano realmente di portare il mondo verso l’olocausto nucleare.
E’ sotto gli occhi di tutti, in ogni caso, un fatto che non ha veli di ambiguità: Mosca si è resa responsabile di una violazione inaccettabile del diritto internazionale e dunque non sussiste nessuna giustificazione che possa in qualche modo far sorgere dubbi sulla gravità dell’invasione attuata da Putin.
Ma il punto più importante in questo momento è che non si interrompa il canale del dialogo e lo step successivo sarà costringere Putin a tornare sui suoi passi, rientrando all’interno della posizione di partenza. Completato tutto ciò, le trattative potranno proseguire alla ricerca di una compromesso nel quale entrambe le parti dovranno cedere qualcosa. Non va dimenticato che questa crisi parte da molto lontano: sono passati esattamente otto anni da quando la Russia ha invaso la Crimea e ha iniziato a sostenere i movimenti separatisti nel Donbass ed è dunque evidente la strategia espansionistica russa.
Quale può essere concretamente la mossa più opportuna? Senza dubbio sarà necessario ampliare ulteriormente il fronte internazionale a sostegno dell’Ucraina: oltre alla compattezza granitica dell’Occidente è importante allineare la posizione di grandi potenze in ambito Onu come Cina e India. Quando poi sarà terminato il conflitto e la popolazione ucraina sarà adeguatamente tutelata, inevitabile, a quel punto, trovare uno spazio di equilibrio tra due ipotesi che potrebbero essere messe sul tavolo: una “finlandizzazione” dell’Ucraina che metta da parte le velleità “Nato”, ma una sua piena e legittima adesione alla Comunità Europea.
All’apparenza sembrerebbe una sintesi impossibile, in virtù della forte vocazione espansionistica di Putin, ma far sedere al tavolo di un consesso internazionale posizioni autorevoli come quella della Merkel, fino ad inglobare Israele, il Vaticano e la non meno importante presenza della Cina, potrebbe rivelarsi una strategia di mediazione efficace per raggiungere l’obiettivo della pace.
La vera forza del fronte occidentale, in un conflitto che sta generando sempre più una catastrofe umanitaria senza precedenti nel Dopoguerra in Europa, passa inevitabilmente per la compattezza nell’affrontare le decisioni di fondamentale importanza affinchè si possa porre fine al conflitto. L’auspicio è che questa brutta vicenda insegni a costruire, in primis all’Europa, una visione geopolitica più ampia e strategica, in grado di trovare i giusti equilibri per assicurare una pace duratura nel cuore del Vecchio Continente che, a questo punto, ha l’urgente necessità di raggiungere – i tempi oramai sembrano maturi – anche una completa unità politica.
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