Napoli, 31 Ottobre – Il dl sulla giustizia ha “evidenti e gravi profili di incostituzionalità e, quanto ai supposti motivi di urgenza, di evidente illegittimità”. Lo sostiene l’Unione delle Camere penali in un lungo documento della giunta, evidenziando che c’è un “difetto assoluto di ogni plausibile ragione di urgenza.”
L’argomento giustizia è molto delicato e non è semplice fare riforme, ma non significa che sia impossibile. Basta partire con il piede giusto e invece… “Mi sembra che in tema di giustizia si parta con il piede sbagliato. Quello sull’ergastolo ostativo per alcuni reati è un clamoroso falso problema e anche l’annunciato Decreto e la successiva legge finiranno sotto la mannaia della Corte Costituzionale.
Nessuna legge può differenziare il trattamento espiativo della pena in base al titolo del reato. L’ incostituzionalità è nei fatti. D’altronde, con Del Mastro ‘spin doctor’… Qualcuno, se il Governo vuol fare sul tema qualcosa veramente di Destra, dovrebbe capire e fare capire che la cosiddetta rieducazione (per tutti i condannati e non solo per i reati di mafia) non necessita di premialità e sconti di pena ma di una detenzione espiativa con pene scontate per l’intero ma in condizioni carcerarie rispettose della dignità (un detenuto per cella, obbligo di lavoro socialmente utile non retribuito ma a compensazione delle spese di giustizia e mantenimento espiativo,…).
Ciò, peraltro, vuol dire punti di PIL (edilizia carceraria, assunzioni di personale, realizzazione di opere pubbliche a costo compensato…). È per una espiazione intramuraria in condizioni di assoluto rispetto e garanzia della dignità umana che passa la possibile rieducazione, non certo per una folle premialità perdonistica e truffaldinamente deflattiva dell’affollamento carcerario.
Il tutto nella preliminare e necessaria presa d’atto, intellettualmente onesta, che la rieducazione è comunque realisticamente possibile solo per pochissimi condannati. E nella altrettanto preliminare valutazione della necessità civile e giuridica di pervenire ad un sostanziale azzeramento della custodia cautelare preventiva e comunque della sua radicale e drastica modifica e riduzione, a cominciare dalla introduzione della libertà su cauzione. Ma ribadisco,…’sti ccos a chi c’e vai a dicere? A Del Mastro…?” Luigi Bobbio, magistrato e già senatore della Repubblica. Il nostro è un Paese democratico, sì. E la nostra giustizia ha più di un intoppo come succede in tutti i Paesi, basta lavorare affinché ci siano riforme serie e “liberali”.
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Giornalista pubblicista. Nata a Nola. Si è laureata alla Pontificia facoltà teologica dell’Italia meridionale.
Le sue passioni sono la politica, la buona tavola, il mare e la moda.
Accanita lettrice, fervente cattolica e tifosa del Milan.