Politica

Giustizia, Cpi: “Governo non smonti riforma Cartabia”

Il presidente Tirelli: ergastolo ostativo figlio di visione illiberale

Roma, 30 Ottobre – «È giusto che il nuovo Governo dia un segnale di discontinuità da un decennio di giustizialismo e di sottomissione della politica alle Procure, ma esprimiamo grave preoccupazione per il rinvio della riforma Cartabia di cui si parla in queste ore. L’impianto della riforma, per quanto riguarda il ripristino della prescrizione, l’estensione della giustizia riparativa per i reati contro il patrimonio e la concessione dei benefici per chi sceglie riti alternativi, dev’essere preservato».

A dirlo è Alexandro Maria Tirelli, presidente delle Camere penali del diritto europeo e internazionale, a margine dell’ufficio di presidenza dell’ente convocato stamane.

«Bisogna assolutamente evitare che si passi da un giustizialismo di sinistra a un giustizialismo di destra – prosegue Tirelli –. Quanto all’ergastolo ostativo, è frutto di una visione illiberale. Il “fine pena mai” è un concetto disumano e incivile oltre che incostituzionale, come ribadito anche dalla nostra Consulta. Non si può pensare di prendere una vita e seppellirla per sempre nel cemento armato, anche nei casi di delitti più gravi. La pena deve essere finalizzata alla risocializzazione e alla possibilità di ricostruzione di un nuovo percorso esistenziale – aggiunge il presidente delle Camere penali internazionali –. Tutti hanno il diritto di sperare di inserirsi nuovamente, dopo 24 anni di carcere, nel consesso sociale; a patto che dimostrino cambiamento e volontà di miglioramento».

«Per dimostrare la determinazione nella lotta alla criminalità organizzata, non si può deteriorare la libertà dell’individuo e le conquiste della civiltà giuridica che, proprio nel nostro Paese, affondano le proprie radici. Bisogna, al contrario, sanare immediatamente i disastri generati dalla riforma Bonafede».

«Dopo la pandemia, che ha scompaginato la già precaria organizzazione dell’Amministrazione della giustizia, e dopo la continua e scientifica compressione delle libertà individuali, il Governo deve inviare segnali opposti per costruire un nuovo rapporto tra cittadino e Stato sul tema della giustizia. Anche affrontando i dossier indulto e amnistia che, dal 2005, sono letteralmente scomparsi dall’agenda politica e che oggi, invece, rappresenterebbero un segnale importantissimo in questa direzione».

Conclude il presidente delle Camere penali internazionali: «Con leale spirito di collaborazione, il nostro Ente mette a disposizione delle forze politiche il proprio comitato consultivo per discutere gli aspetti più qualificanti delle riforme e dei provvedimenti di legge in materia di giustizia».

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