Napoli, 24 Aprile – Non è certamente casuale che il testo de La Marseillaise, adottata come inno nazionale in Francia a partire dall’età rivoluzionaria, si apra con l’esortazione “Allons, enfants de la Patrie”, da tradursi in Italiano con “avanti, figli della Patria!”: nella seconda metà del secolo XVII s’avvertiva, infatti, l’esigenza di liberare la terra natia dall’oppressione di una famiglia reale noncurante della crisi economica patita dalla popolazione, a cominciare dal ceto medio-borghese.
Prima del tanto auspicato avvento della Repubblica, però, si sono consumati oltralpe diversi episodi a dir poco violenti, nonostante s’inneggiasse a virtù nobilissime come libertà, eguaglianza, e fratellanza: chi osava dir la propria correva il serio pericolo di vedersi condannare, sommariamente, alla decapitazione, eseguita con lo strumento della ghigliottina (a prescindere totalmente dalla propria “fazione”); e invero, anche chi si faceva chiamare “cittadino” (il caso di Robespierre) tendeva marcatamente ad affermare la propria egemonia sui meno potenti.
A distanza di secoli dagli eventi succintamente illustrati supra, nell’attuale Repubblica Francese regna un clima di profonda incertezza per quanto attiene all’ambito socio-politico: come sottolineato da un giornalista Britannico (di cui, purtroppo, non mi sovviene il nome all’istante) in un articolo edito su Internazionale, sebbene il Presidente uscente, l’europeista moderato Emmanuel Macron, goda – stando ai sondaggi – di un ampio margine di vantaggio, gli abitanti delle periferie e delle campagne, la cui fiducia nelle Istituzioni è drasticamente calata (anche mercé, ohi noi, lo scarso livello d’istruzione), si stanno lasciando infinocchiare dalle false promesse di Marine Le Pen, massima esponente del nazionalismo sovversivo che infesta l’Europa da qualche lustro.
Il pericolo maggiore è però rappresentato dal possibile astensionismo, conseguenza diretta del totale disinteresse di qualche bastian contrario (tale da intendersi chi si ostina a contestare ogni proposta formulata dall’avversario), nonché dall’elevata suscettibilità di campagnoli, pensionati e componente operaia: carissimi Lettori, facendosi da parte (oltreché cedendo alle lusinghe di qualche fine dicitore che, in realtà, è tutto fumo e niente arrosto) si rischia sul serio di dar luogo ad un significativo incremento delle problematiche già sussistenti, dacché l’eventuale ascesa al potere di chi si professa fautore di un ipotetico cambiamento potrebbe far precipitare le sorti di un paese in un abisso dal quale, purtroppo, è difficile risalire pacificamente.
Aux, armes, citoyennes! (It.: all’armi, cittadini!), esorta l’autore della “Marsigliese”, Claude de Lisle: ma, a parer mio, le armi che bisogna brandire sono una scheda ed una matita e garantire quell’ordine democratico per cui i nostri antenati hanno strenuamente combattuto.
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