palmadessa
Cultura

Esordio poetico di Martin Palmadessa che si presenta ai lettori con “Tanta roba di me” e l’encomio di Hafez Haidar, traduttore di Gibran

Napoli, 25 Maggio – Esordio poetico di Martin Palmadessa con la raccolta poetica “Tanta roba di me”, editato dalla Aletti nella Collana “I Diamanti”, con introduzione di Sante Serra e prefazione del professore Hafez Haidar, intellettuale libanese candidato al Premio Nobel per la Pace, tra i maggiori traduttori di Gibran.

Palmadessa cover 1

Dopo un’intera esistenza dedita all’arte, coltivando la passione per la letteratura, la poesia, la musica, tanto da dedicare il tempo libero alla scrittura di ben dodici libri non ancora editati e di un diario di oltre 3500 pagine, Martin, di Bologna, classe 1971, ha deciso di uscire allo scoperto con “Tanta roba di me”. L’emblematico nome della raccolta è stato scelto durante un tragitto in macchina con la madre, che ha commentato: «Il titolo è forte». Così come lo sono i componimenti del volume, appassionati e trascinanti, con una penna che graffia e insieme accarezza.

La pubblicazione aggiunge un nuovo tassello all’esistenza di Palmadessa, costellata di esperienze appaganti a livello sociale. È stato Consigliere di Presidenza della Pro Loco di Dozza e nei Consigli di Amministrazione di diverse aziende, creando e dirigendo diverse società commerciali.

«Al lettore dovrebbe arrivare uno tsunami, questo è il concetto – ammette con chiarezza, parlando del libro -. Il mio intento non è certo quello di lasciare una piccola traccia nei cuori della gente. Io voglio aprirci un’autostrada».

Ognuna delle 52 poesie della raccolta è contraddistinta da una scrittura persuasiva, che stupisce. «Ha il tratto ruvido, espressivo e diretto di chi non ha peli sulla lingua, in particolare quando si interroga e parla di sé stesso», è il giudizio di Serra.

Entusiasta è anche Haidar, che esprime parole di grande encomio per la cifra artistica dell’opera. «I versi di Martin penetrano nell’anima del lettore e ci regalano i benevoli frutti del cuore, alla stessa stregua dei versi del poeta Tagore». Non è un paragone eccessivo. Già dalle prime pagine del libro, si comprende che Palmadessa rientra nella categoria dei Poeti che hanno qualcosa da dire, di quelli che parlando di sé stessi arrivano a parlare a una moltitudine. Dall’alto della sua esperienza, Haidar ne ha riconosciuto la voce, tra le tante che gravitano indistinte nel mondo poetico.

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