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Emilia-Romagna, all’indomani dell’alluvione l’Associazione Italiana per l’Ingegneria Naturalistica illustrerà azioni di riqualificazione fluviale

Alcune delle più grandi frane d’Europa sono in Italia e verranno mostrate il 27 Settembre a Firenze

Napoli, 23 Settembre – “In Italia ci sono alcune delle frane più grandi d’Europa. Il 27 Settembre, le mostreremo alla stampa e illustreremo gli interventi realizzati per la mitigazione del rischio. Inoltre evidenzieremo proposte, ma anche azioni da mettere in campo per la riqualificazione fluviale, all’indomani dell’alluvione in Emilia – Romagna. Lo faremo da una regione, quale la Toscana, storicamente colpita da esindazioni e alluvioni. Lo faremo da Firenze, il 27 Settembre. Il 94% del territorio italiano è a rischio dissesto idrogeologico ed il consumo di suolo è in continua crescita. Nel 2021 ha sfiorato i 70 chilometri quadrati di nuove coperture artificiali in un solo anno. In tale contesto le precipitazioni, la cui violenza è accentuata dagli effetti del cambiamento climatico, evidenziano l’aumento della problematicità del dissesto idrogeologico, ovvero quell’insieme di processi che provocano la degradazione del territorio aumentando sensibilmente le probabilità di eventi catastrofici. Oltre 540 mila famiglie e 1.300.000 abitanti vivono in zone a rischio frane (13% giovani con età < 15 anni, 64% adulti tra 15 e 64 anni e 23% anziani con età > 64 anni).

E’aumentata la superficie nazionale potenzialmente soggetta a frane e alluvioni: l’incremento sfiora rispettivamente il 4% e il 19% rispetto al 2017 e oltre 8 milioni di persone abitano nelle aree ad alta pericolosità. Su un totale di oltre 14 milioni di edifici, quelli ubicati in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata superano i 565mila (3,9%), mentre poco più di 1,5milioni (10,7%) ricadono in aree inondabili nello scenario medio. Gli aggregati strutturali a rischio frane oltrepassano invece i 740 mila (4%). Le industrie e i servizi ubicati in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata sono oltre 84 mila con 220mila addetti esposti a rischio, mentre quelli esposti al pericolo di inondazione, sempre nello scenario medio, superano i 640 mila (13,4%)Lo ha dichiarato Federico Preti, Presidente Nazionale dell’Associazione Italiana per l’Ingegneria Naturalistica.

L’Ingegneria Naturalistica può mitigare i rischi derivanti anche dai cambiamenti climatici. Il 27 Settembre, a Firenze, l’Associazione Italiana per l’Ingegneria Naturalistica, illustrerà con un briefing aperto alla stampa interventi di ingegneria naturalistica finalizzati alla mitigazione del rischio idraulico e alla riqualificazione dei fiumi. Venerdì 27 Settembre, Ore 15 – briefing stampa Associazione Italiana per Ingegneria Naturalistica- A.I.P.I.N. – nell’ambito di Earth Technology Expo – Area One Water, in programma il 27 Settembre presso la Fortezza da Basso a Firenze. Interverranno : Daria Duranti, Consigliera dell’Ordine dei Geologi della Toscana, Federico Preti, Presidente Nazionale dell’Associazione Italiana per l’Ingegneria Naturalistica e docente dell’Università di Firenze, Giuseppe Doronzo, geologo, Vice Presidente Nazionale dell’Associazione Italiana per Ingegneria Naturalistica, Yamuna Giambastiani, Responsabile AIPIN Toscana.

Le frane più grandi d’Europa!

“Ad esempio illustreremo anche casi particolari come quelli riguardanti alcune delle frane più grandi d’Europa che sono in Italia e mostreremo cosa è stato fatto. Inoltre presenteremo idee, proposte di riqualificazione fluviale all’indomani della stessa alluvione dell’Emilia – Romagna. Su tali tematiche c’è un forte impegno  ha dichiarato Giuseppe Doronzo, geologo, Vice Presidente Nazionale dell’Associazione Italiana per l’Ingegneria Naturalistica –affinchè vengano utilizzate le sistemazioni con tecniche di Ingegneria Naturalistica che ben si prestano ad un approccio positivo e sostenibile per la mitigazione del Rischio idrogeologico e la riqualificazione ambientale. Noi come AIPIN riaffermiamo, altresì, la centralità della corretta gestione del territorio sia per la prevenzione – manutenzione dei rischi idrogeologici ma anche per la riqualificazione del paesaggio che appare oramai inderogabile. Da non sottovalutare anche i benefici che con azioni basate su soluzioni naturali, note come NBS (Natural Based Solutions) si possono ottenere dal ridurre le vulnerabilità in essere, al contrasto della perdita di suolo per effetto dell’erosione, dal contribuire ad una adeguata gestione delle acque meteoriche , con misure atte a mitigare l’impermeabilizzazione incontrollata di suolo anche in ambito urbano. Inoltre , si puntualizza come i costi per rimediare i danni prodotti da frane, alluvioni, dissesti, siano di gran lungo superiori ad azioni volte alla realizzazione di interventi sapienti, estremante versatili e adeguabili, di adattamento ai Cambiamenti climatici , e come contribuiscano a migliorare la qualità delle acque superficiali e sotterranee.

Abbiamo l’obbligo di ragionare sull’evolversi delle nuove tendenze meteo climatiche con le conseguenti nuove strategie da intraprendere relativamente la prevenzione e la mitigazione dei rischi, gestione ambientale sostenibile in territori ad elevata vulnerabilità ed in questo momento si intravede una maggiore attenzione per la ricerca anche nel mondo accademico, per l’ambito mediterraneo, per la difesa idrogeologica e finalmente con maggior forza, per il paesaggio e il Climate Change.

AIPIN auspica da anni, l’inizio di una gestione non più improprio del territorio. Sottolineiamo la centralità della corretta gestione del territorio, anche in ambito urbano, sia per la prevenzione/manutenzione dei rischi ma anche per la riqualificazione del paesaggio che appare oramai inderogabile . Le sistemazioni con tecniche di Ingegneria Naturalistica, e più in generale quelle NBS, ben si prestano ad un approccio positivo e sostenibile per la mitigazione del Rischio idrogeologico e riqualificazione ambientale in ambito urbano e periurbano” .

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