Roma, 5 Novembre – “La situazione resta grave, ma non è fuori controllo grazie a tutti i provvedimenti messi in campo”. Così il commissario Domenico Arcuri durante la conferenza stampa a Roma. “Non c’è tempo per spaccare il capello in 4 o fare polemiche e tentare ardite interpretazioni dei dati”, dice il commissario straordinario all’emergenza Domenico Arcuri in conferenza stampa. “Le scelte che stiamo facendo e quelle dei prossimi mesi sono state e saranno assunte con il più alto senso di responsabilità. L’organizzazione istituzionale del paese è articolata su diversi livelli che non sono né in concorrenza né in contrasto tra loro. Ora come non mai, non è questo il momento dei contasti e delle divisioni. E’ il momento della collaborazione e della condivisione. Ce lo chiedono i cittadini che da troppo tempo soffrono, ce lo chiede il Capo dello Stato”.
“Oggi purtroppo in Italia – prosegue Arcuri – ci sono 34.505 contagiati, dall’inizio dell’emergenza 824.879. Un numero impressionante, ormai sfido chiunque di noi a dire che non conosce almeno una persona colpita da questa terribile pandemia. Purtroppo il virus è ancora tra noi, se possibile più diffuso di prima, forse meno aggressivo ma comunque assai preoccupante”. “Registriamo un crescente affollamento nei reparti ospedalieri e non significativamente delle terapie intensive”.
“Oggi siamo capaci di intercettare gli asintomatici: il 65 per cento dei contagiati italiani è asintomatico o pauci sintomatico. Il virus colpisce dappertutto e l’Italia è bene che lo dica anche questa sera non è tutta uguale”. Arcuri ricorda il sistema di monitoraggio del virus fondato su 21 parametri e la differenzazione per fasce regionali. “Il sistema evita fin quando e’ possibile – dice – il lockdown di tutto il paese, evita fin quando è possibile che ci si trovi tutti quanti ad affrontare il lockdwon del paese con le scene di marzo scorso”.
La Puglia e la Sicilia sono due regioni “in cui il rischio sia per l’attuale stato della pandemia che quanto alla sua probabile evoluzione è più alto e sono state considerate cosiddette zone arancioni, in cui c’è un lieve inasprimento delle misure rispetto a quelle delle zone cosiddette gialle”. “Io comprendo che i cittadini delle regioni in cui c’è un maggior inasprimento per una parte non comprendono e per un’altra parte provano una qualche delusione, una qualche sofferenza. Penso che tutti i sistemi quando vengono introdotti hanno bisogno di una curva di apprendimento da parte dei destinatari del loro funzionamento: è quello che stiamo vivendo in queste ore. Però credetemi, lo dico ai cittadini italiani e in particolare cittadini delle regioni che purtroppo hanno avuto un inasprimento maggiore delle misure, questa articolazione è davvero nell’interesse dei cittadini tutti. Credo che le prossime ore, i prossimi giorni, serviranno a tutti a comprenderne e ancora di più l’importanza e la portata”.
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