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Davide Ciciliato, Responsabile Enel Mercato Sud Italia:”Perché ho scelto di essere un manager in sneaker”

Napoli, 11 Giugno – Quando stai spingendo al massimo, le informazioni devono viaggiare velocemente. Gilberto Nobili, uno dei grandi velisti italiani e veterano di Luna Rossa, racconta che il tempo di reazione per effettuare una manovra durante una regata deve essere di sette, sei, a volte anche solo due secondi. L’equipaggio è un sistema nevralgico che si muove quasi all’unisono tra le onde, perché se vai veloce, e il vento cambia, devi essere pronto ad assecondarlo in fretta. Vale nella Coppa America e anche nel business. «Per questo motivo, da quando sono entrato in Enel Energia ho sempre privilegiato una catena di comando corta, in grado di far viaggiare rapidamente le informazioni, per capirsi al volo e agire di conseguenza. È questo l’approccio che mi è stato chiesto di portare quando sono entrato in questa azienda quindici anni fa: flessibilità, reattività, decisioni rapide. Dichiara Davide Ciciliato, responsabile Enel Mercato Sud Italia.

“In Enel mi si nota subito, perché il mio abbigliamento è informale, – prosegue Ciciliato –  mi piace lavorare in jeans e sneaker. Indosso giacca e cravatta per incontrare gli stakeholder o per partecipare a incontri istituzionali, ma quando sono operativo preferisco non mettere la classica divisa da manager. Non è solo una questione di stile o di comodità, le scarpe da ginnastica per me sono una strategia di leadership precisa. Quando il livello è alto e i tempi stretti, la comunicazione è la chiave per lavorare bene. Un abbigliamento formale crea distanza, irrigidisce le persone, le spinge a non aprirsi. Quando sono sul territorio, mi capita di chiacchierare, magari al bar aziendale, con dipendenti che a volte nemmeno si rendono conto che sono un manager. Mi raccontano come stanno le cose, mi spiegano i problemi in modo chiaro, cosa che forse non avrebbero fatto se mi avessero visto con un perfetto abito formale. Un timoniere ha bisogno di conoscere e processare ogni dettaglio, ogni informazione è utile per ridurre il livello di incertezza. Insomma, per me è importante sapere ciò pensano davvero le persone con cui lavoro e le sneaker sono uno strumento tra tanti per accorciare le distanze.

 Molti professionisti sono affezionati alle gerarchie e ai loro simboli, perché danno un senso di ordine e sicurezza. Siamo tutti cresciuti in catene di comando lunghissime, che dal territorio trasportavano dati e informazioni lentamente fino ai vertici, che le elaboravano e poi le rimettevano in viaggio verso il resto del sistema. Oggi non può funzionare così, – puntualizza il manager – la mia squadra è di 500 persone, tutte possono scrivermi, giorno e notte, con le loro idee, intuizioni, perplessità, in modo molto orizzontale, senza temere di scavalcare nessuno. Non siamo un esercito, ma una comunità di persone e talenti. L’idea giusta può arrivare da ogni punto dell’azienda, perché sono le persone il nostro segreto di crescita, e un leader ha il compito di essere sempre ricettivo. Una delle frasi più famose e citate tra le startup della Silicon Valley è «move fast, break things», era il motto interno di Facebook ma è diventata simbolo di un’era di cambiamento. Siate veloci, rompete le abitudini, gli schemi consolidati, i pregiudizi, le gerarchie. Così facendo, una manciata di ingegneri ha cambiato il mondo in pochi anni. Avevano ereditato e trasformato lo spirito della generazione precedente in California, altri obiettivi ma stessa libertà. Dalla Summer of love alla rivoluzione dei nerd: cosa avevano in comune? Esatto, nessuna cravatta.

 Sono entrato in Enel Energia nel 2005 come responsabile delle partnership commerciali. Nel 2009 sono passato dal marketing alla vendita, dal 2014 gestisco l’area Sud del mercato. Durante questa evoluzione professionale non ho cambiato il mio stile, il mio modo di vestirmi, di fare squadra, di rivolgermi alle persone, di ascoltarle e di costruire la fiducia reciproca, e i risultati mi hanno seguito. Ho sempre difeso e protetto le persone che lavorano con me, soprattutto nelle difficoltà, e sono stato ricambiato da idee, entusiasmo e voglia di lavorare. Oggi siamo a un punto di svolta, – conclude –  grandi sfide e un mondo nuovo ci aspettano, dopo un inizio di 2020 a dir poco burrascoso per l’Italia. Ci sarà un vento forte, che cambierà in fretta, servirà un equipaggio con tempi di comunicazione e reazione ancora più brevi, ci vorranno grandi professionisti e grandi persone, e resto convinto che le due qualità viaggino sempre insieme. Noi siamo pronti e curiosi, perché «un mare calmo non ha mai creato bravi marinai».

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