Napoli, 7 Agosto – In questi giorni, si avvicina ferragosto, mi è capitato in più di un’occasione, di sentire persone che stanno per partire per le vacanze e ovviamente, hanno il “problema” di dove lasciare i loro animali, siano essi cani, gatti o altri generi.
Con il ricordo, sono tornata un po’ indietro nel tempo, circa quarant’anni fa, per ispezionare l’atteggiamento di allora in relazione agli animali e cercare di comprendere l’evoluzione o l’involuzione in taluni casi, che hanno portato alla sintesi del presente. Cani e gatti erano onnipresenti, ma il fine era solo uno, i gatti servivano a mangiare i topi e quindi impedirne la proliferazione e i cani dovevano fare la guardia. L’unica persona di mia conoscenza che aveva un gatto in casa, tra l’altro un bellissimo persiano bianco dal pelo lunghissimo e candido e dai meravigliosi occhi verdi, era una professoressa che non aveva figli e il gatto in qualche modo compensava quella mancanza; almeno questa era l’idea che ci eravamo fatti.
Gli animali mangiavano gli avanzi, trascorrevano del tempo in casa ma la loro dimora era il cortile a prescindere dalla stagione. Si giocava con loro e ci si prendeva cura nel bisogno o in vecchiaia, e come nel caso dei nostri cani, arrivato il momento del trapasso, gli si dava sempre una degna sepoltura. Non erano umanizzati e in base alla loro natura, al loro istinto, erano in grado anche di sopravvivere da soli, ora non è più così. Gli animali domestici non sono più una componente della terra nel ruolo primordiale per cui sono giunti in essa, ma hanno assunto connotazioni diverse, il più delle volte quasi sostitutive, spesso hanno il ruolo di genitori, di figli, di amici o anche di qualsiasi presenza o, meglio, assenza.
Di fronte a questo scenario mi sono chiesta, ma cosa è accaduto all’uomo? Perché si circonda di animali che umanizza, colmandoli di amore o, meglio, di pseudo-amore per poi abbandonarli, o liberarsene con una facilità estrema, quando la “passione” passa e diventano “oggetti” ingombranti? Sono animali che a differenza del passato, sono cresciuti a dir poco come umani, sono abituati al calore di una casa, di una famiglia, e la loro sopravvivenza qualora ne vengano allontanati è davvero minata.
Perché fa così fatica a gestire i legami? Perché di fronte alle difficoltà preferisce l’abbandono piuttosto che la soluzione? Non so perché ma in questa mia carrellata di pensieri, ho visto cani non necessariamente puliti o molto carini, scorrazzare sereni per il cortile, gatti arrampicarsi sui tetti, uccellini variopinti cinguettare, mamme indaffarate a cucinare, padri talvolta stanchi e anche arrabbiati, nonne che sgranavano piselli, nonni che rimproveravano nipoti chiassosi. Un bellissimo quadro del secolo scorso in cui, nessuno veniva abbandonato.
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