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Coronavirus, caos campionato: il calcio italiano alla resa dei conti

Napoli, 2 Maggio – Siamo entrati nel pieno dell’intreccio di una triste storia a cui non avremmo mai voluto assistere e la resa dei conti ormai è vicina. Sembra chiaro che le prossime settimane decideranno le sorti di uno spettacolare campionato troncato e irrimediabilmente macchiato dal virus che in questi mesi abbiamo imparato a conoscere. Per riassumere la situazione, ci sono due schieramenti aspramente contrapposti che si stanno dando battaglia a colpi dialettici: coloro che si battono strenuamente perché il campionato venga completato, con conseguente allungamento della stagione fino ad agosto; e coloro i quali ritengono sia più corretto mettere una pietra sopra la corrente annata calcistica. A capo del primo partito troviamo il presidente federale Gravina, il quale, in data 29 aprile, in collegamento telefonico per un evento organizzato dall’Ascoli, diceva: “Non firmerò mai la resa, rappresenterebbe la morte del calcio, continuerò a battermi affinché il campionato non finisca così”.

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Sulla sponda contrapposta c’è invece il ministro dello sport Spadafora che rispondeva, nello stesso giorno, intervistato sulla rete televisiva La7:”Vedo uno spiraglio sempre più stretto per la ripresa del campionato, senza l’adeguata sicurezza anche il calcio dovrà rassegnarsi, cosa accadrebbe se ricominciassimo ed il giorno dopo un tesserato risulterebbe positivo?” Gravina, allora, sulla difensiva: “Non mi rassegnerò di fronte al blocco totale salvo di fronte ad oggettive problematiche di salute dei tesserati. Ho la responsabilità di salvaguardare il sistema che perderebbe, se non riprendessimo, 700-800 milioni di euro.” A questo punto il presidente federale probabilmente asserisce al fatto che le TV sono pronte a muoversi per vie legali, perché irremovibili dalla posizione di non voler pagare i diritti per la stagione in corso, e verosimilmente chiederanno addirittura uno sconto per il prossimo campionato. Poi ecco il contrattacco:” Il blocco ce lo imponga il governo, io non mi muovo dalla mia posizione.”

Dunque Spadafora: “Molte leghe estere si sono fermate potremmo dover seguire il loro esempio.” Le leghe a cui fa riferimento il ministro allo sport sono quella belga, prima tra tutte ad aver dichiarato concluso il proprio campionato, seguita a ruota dall’Eredivise e il 30 aprile anche dalla ligue 1, che ha persino assegnato retrocessioni, qualificazioni alle coppe europee e scudetto sulla base dell’ultima giornata conclusa regolarmente. Nel resto d’Europa, invece, la Premier League ha rinnovato la volontà di ripartire, mentre la Bundesliga, il campionato che avrebbe dovuto riprendere prima di tutti, ora deve fare i conti con la positività ai test di tre tesserati del Colonia. Spadafora poi proseguiva:”Gli allenamenti singoli del 4 maggio sono impossibili, abbiamo ricevuto il protocollo della FGC a questo proposito ma abbiamo dovuto respingerlo perché non era sufficiente.” Qui arriva il plot twist: il sindacato calciatori, che in febbraio si era schierato al fianco del governo per l’interruzione dei campionati, in questa circostanza diventa un importante alleato per la Lega Serie A, dichiarando: “La decisione di non riaprire gli allenamenti il 4 maggio ai calciatori è illogica e discriminatoria.”

Su questo fronte, confortanti segnali per i presidenti delle società calcistiche sono arrivati dalle regioni, infatti, lunedì Sassuolo, Bologna e Parma secondo l’ordinanza dell’Emilia-Romagna potranno riaprire i propri centri sportivi, così come il Napoli, dopo il via libera del presidente della Regione Campania De Luca; in queste ore stanno ragionando di accodarsi anche Toscana e Lazio. In conclusione Spadafora si rivolgeva così proprio ai presidenti di Serie A:”Fossi in loro penserei alla prossima stagione già a partire dall’imminente assemblea di lega.”

E dall’assemblea di lega del primo maggio è arrivata netta e decisa la risposta dei patron, radunati tutti insieme in call conference:”Noi siamo uniti e determinati affinché il campionato venga portato a termine.” Lo ha confermato anche il più strenue e accanito sostenitore del partito della ripresa Claudio Lotito:” Chi ha detto che la maggioranza dei club non è d’accordo a ripartire?” La prossima data da segnare sul taccuino è quella dell’8 maggio, giorno del consiglio federale, in cui la FGC incontrerà il comitato tecnico scientifico al quale sottoporrà il piano di ripresa che dovrà essere soggetto ad approfondite analisi per trovare approvazione.

Anche le leghe minori attendono sviluppi, con la Serie C che probabilmente chiuderà prematuramente la stagione, la Serie B determinata a riaprire i battenti, anche a costo di scendere in campo sotto il tremendo sole agostano e le leghe dilettantistiche ancora incerte sul da farsi.

Matteo Ariola

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