Napoli, 3 Novembre – All’Università di Bologna, 143 professori hanno sottoscritto un appello per chiedere “un cessate il fuoco immediato, la fornitura di aiuti umanitari e la protezione delle Nazioni Unite per i palestinesi di Gaza, Cisgiordania e Gerusalemme Est”. Ma analizzandolo tutto, si evince qualcosa di inspiegabile. Così spiega, lo storico Domenico Vecchioni, già ambasciatore d’Italia “Documento abbastanza sorprendente, se si tiene conto che è stato firmato da 143 “professori” dell’Università di Bologna. Documento sfacciatamente pro-Hamas e anti-Israele, anzi antisemita. Documento dove peraltro non mancano errori storici.
Vi si afferma che Gaza è sotto occupazione israeliana da 56 anni! Basta consultare wikipedia per verificare l’infondatezza di questa affermazione. Gaza fino al 1967 ( dopo il mandato britannico) fu amministrata dall’Egitto. Poi, a seguito della guerra dei sei giorni (in cui i paesi arabi tentarono di cancellare Israele), la Striscia fu occupata da Tel Aviv. Fino al 2005, quando il primo ministro Sharon ritirò i coloni che vi si erano installati e le forze militari Gaza avrebbe quindi dovuto essere controllata dall’Autorità Nazionale della Palestina.
Mal 2006 vinse le elezioni a Gaza il partito armato islamista Hamas. E qui cominciarono i problemi. Viste le minacce che arrivavano da Hamas. Israele fu obbligato a imporre l’embargo dei cieli e del mare palestinesi e il controllo delle persone in entrata e in uscita. Pur con questi limiti, Gaza avrebbe potuto diventare una regione florida e sviluppata se Hamas avesse investito gli ingenti fondi ricevuti dalla Comunità internazionale in riforme economiche e sociali, invece di destinarli agli armamenti (missili, razzi, munizioni, ecc) e alla costruzione dei famosi tunnel. Nel documento si possono inoltre leggere dichiarazioni tra il risibile e l’assurdo.
La strage compiuta dei civili israeliani viene definita” una rappresaglia impensabile ma anche annunciata”. Ma che vuol dire? Se era annunciata non era impensabile. E se anche fosse stata annunciata, non per questo non deve essere condannata (cosa che vergognosamente i professori non fanno). Cari docenti, prima di scrivere simili appelli, tornate alla scuola di Storia e di Logica!”.
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Giornalista pubblicista. Nata a Nola. Si è laureata alla Pontificia facoltà teologica dell’Italia meridionale.
Le sue passioni sono la politica, la buona tavola, il mare e la moda.
Accanita lettrice, fervente cattolica e tifosa del Milan.
