Il Presidente della “Fondazione Angelo Vassallo Sindaco Pescatore”, Dario Vassallo: «Se a parlare di dieta mediterranea non saranno i veri protagonisti agiremo affinché l’UNESCO non riconosca più la Dieta Mediterranea come patrimonio immateriale dell’umanità».
Roscigno Vecchia, 26 Giugno – Immersi nella natura incontaminata, tra il profumo delle ginestre, in uno spazio en plein air, tra prati verdi che si aprono verso le case diroccate del paese abbandonato, nel Parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Piazza Nicotera, il cuore incantevole del suggestivo Borgo di Roscigno Vecchia, è stata il palcoscenico del primo evento nazionale dedicato alla Dieta Mediterranea, dal titolo emblematico: “La storia riprende il suo corso”. Era il 13 marzo del 2010 quando il sindaco pescatore di Pollica, Angelo Vassallo, a nome della comunità del Cilento, firmò la dichiarazione di supporto alla candidatura della Dieta Mediterranea come patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO. Il 16 novembre dello stesso anno, a Nairobi in Kenya, venne ufficialmente riconosciuta dall’UNESCO.
La manifestazione organizzata dalla Fondazione Angelo Vassallo, presieduta dal fratello di Angelo, Dario Vassallo, ha rappresentato un momento d’incontro tra diverse figure chiave legate alla Dieta Mediterranea, come contadini, pastori, pescatori, allevatori, casari, ortolani e artigiani, unendo esperienze, conoscenze e prodotti per creare un mix di sapori e saperi.
«Questa iniziativa mira a promuovere la Dieta Mediterranea come patrimonio immateriale dell’umanità, e c’è un dato che risulta particolarmente significativo: il 5 settembre 2010, giorno in cui veniva ucciso il suo ispiratore, Angelo Vassallo. Coloro che non rispettano il desiderio del Sindaco Pescatore vanno contro le normali dinamiche del nostro vivere civile e culturale. Dimenticare volontariamente di ricordare Angelo significa andare contro il suo volere, la sua visione e passare dall’altra parte. Il primo Convegno Nazionale rappresenta un’opportunità per riflettere sul percorso intrapreso fino ad oggi riguardo alla Dieta Mediterranea. Ci sono due possibilità: o lasciare che siano i veri protagonisti, i contadini ei pescatori sotto una guida adeguata, a fare la differenza, oppure agiremo affinché l’UNESCO non riconosca più la Dieta Mediterranea come patrimonio immateriale dell’umanità, in quanto si è oltrepassato il limite. Quando si tende troppo la corda, la gente si stanca. Da oggi in poi, combatteremo questa battaglia». A dirlo è il fratello del Sindaco Pescatore e Presidente della Fondazione Dario Vassallo.
«Eventi commerciali, a fini di lucro o spreco di soldi pubblici, gestiti da società private non possono rappresentare la Dieta Mediterranea e chi ci lavora, faticando, giorno dopo giorno. Ci sono troppe chiacchiere, troppa superficialità. Non si stanno mettendo in campo i veri protagonisti. Quando si è partecipato all’Expo di Milano nel 2015 e si è dimenticato di ricordare Angelo Vassallo, è stato un comportamento vergognoso. Questa vergogna ormai si è trasformata in una vergogna nazionale. Pertanto, è tempo di fare un passo indietro. Da Roscigno parte la prima pietra per costruire un nuovo percorso per la Dieta Mediterranea. È il punto zero, da cui ripartire insieme a coloro che rappresentano la vera essenza della Dieta Mediterranea: i pescatori, i contadini, gli agricoltori, gli allevatori ei pastori», prosegue Dario Vassallo.
«La Dieta Mediterranea è molto più di una semplice dieta, è una filosofia di vita. Nel Cilento si trovano gli elementi che la rendono unica ed eccezionale. È un insieme sinergico e perfetto, con caratteristiche identitarie che non si trovano altrove, motivo per cui è stato riconosciuto come patrimonio dell’umanità. Angelo Vassallo ha attirato l’attenzione del mondo intero sul Cilento. Oggi, a causa della mancanza di lungimiranza di molti, rischiamo di omologarci e di perdere l’identità e la ricchezza morale, materiale e immateriale di questo territorio. Tuttavia, i semi del cambiamento stanno germogliando», conclude il Presidente della Fondazione Vassallo.
A margine del confronto, anche un momento conviviale, con degustazione dei prodotti tipici e di piatti realmente espressione della tradizione, che rischiano di scomparire nella ricerca esasperata di una visione della cucina gourmet che sradica la tipicità e l’identità reale dei luoghi. Come le antiche feste contadine che celebravano il solstizio d’estate e la fecondità della terra, ogni contadino, pastore, pescatore, allevatore, casaro, ortolano e artigiano ha portato la sua pietanza, quella cucinata e tramandata dalle nonne. L’evento si è trasformato, così, in una festa di convivialità, in uno scambio di esperienze e di emozioni, con la musica degli strumenti artigianali recuperati dalla memoria storica in una ricerca coreutica-antropologica, per far rivivere il suono dei luoghi.
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