Memoria e speranza nel racconto musicale e fotografico dell’immortale band milanese
Napoli, 12 Maggio – “Rifondare il nostro repertorio è un modo per rimanere vitali e carichi. Sentirsi arrivati, consolidati, spesso conduce alla fine della creatività e quindi alla morte per un’artista. Potersi stupire davanti ad un suono nuovo è tutto“.
Così dichiara Pietruccio Montalbetti, uno degli storici fondatori dei DIK DIK, in occasione della pubblicazione del videoclip “Ci sarà“, singolo estratto che anticipa il nuovo album “Una vita d’avventura“, e realizzato grazie al contributo fotografico di circa 2500 fan.
In tempo di pandemia, è bastato un semplice annuncio sui social al grande pubblico della band milanese richiedendo due foto (una prima del Covid, dalla finestra, l’altra ebbra di serenità immortalante un momento pre-epidemia)
La premessa, oltre 100.000 visualizzazioni in sole 24 ore, è già – come sempre per il gruppo – l’inequivocabile indicatore del grande amore che lo lega in maniera forte al pubblico.
Prodotto da Gaetano Rubini e da Luca Nesti, “Una vita d’avventura” (di imminente uscita) raccoglie 11 brani (dei quali 6 inediti scritti dallo stesso Nesti e da una equipe di autori che comprende anche l’intera band e 5 canzoni scelte tra i maggiori successi), nasce dall’esigenza di fotografare, dopo 56 anni di carriera, la fase attuale della band milanese, la loro storia, i sentimenti, la voglia di futuro e l’amore per la musica. Si usa dire che potrebbe essere una sorta di testamento musicale, l’ultima grande opera di questi giganti della musica beat e rock italiana ma, come dichiara Lallo (altro storico componente dei DIK DIK) “Solo partendo dall’inizio si può ritrovare uno slancio verso il futuro” e la memoria è sempre una piattaforma di lancio verso il nuovo.
Note biografiche
I Dik Dik nascono a Milano nel 1965.
Prima Dreamers, poi Squali – dopo un provino procurato al gruppo grazie ad una segnalazione dell’allora arcivescovo di Milano Giovanni Battista Montini, futuro Papa Paolo VI – ottengono un contratto discografico con la Dischi Ricordi, cambiando il nome in Dik Dik (nome di un’antilope africana, scoperto da Pietruccio Montalbetti per caso).
Debuttano col singolo “1-2-3/Se rimani con me” e successivamente arrivano i grandi successi come L’isola di Wight, Sognando La California, Senza luce, Il primo giorno di primavera e molti altri tra cui il Falegname (brano a quell’epoca censurato poiché ritraente l’Italia di allora, in maniera realistica e cruda). Hanno realizzato, a fianco di percorsi solistici, ben 18 album.
Il 19° è, appunto, la consacrazione – tra inedito e successi comprovati – “Una vita d’avventura”, titolo quanto mai azzeccato per descrivere un gruppo di eterni adolescenti longevi e lungimiranti.
https://www.facebook.com/dikdikofficial/
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