Caserta, 19 Dicembre – Un invito al ministro della Salute Roberto Speranza a convocare con urgenza un tavolo tecnico sull’emergenza bufalina in provincia di Caserta, una diffida a tenere, il 22 dicembre prossimo, l’annunciata riunione al ministero dell’agricoltura con la quale sarà dato al Governatore Vincenzo De Luca e all’Assessore regionale all’Agricoltura Nicola Caputo il via libera al piano regionale campano per l’eradicazione della brucellosi e della tubercolosi bufalina in Campania.
A rendere noto il deposito dell’atto di invito-diffida è Gianni Fabbris, della presidenza di Altragricoltura, sigla sindacale che insieme alla Siaab, il sindacato agricoltori e allevatori bufalini), ha siglato il documento.
“I dati shock sugli oltre centomila ordini di abbattimento ingiustificato di bufale casertane sane che l’Asl casertana è stata costretta a consegnare ai legali degli allevatori e alla Procura di Santa Maria Capua Vetere gridano vendetta – spiega Fabbris – e prima che sia troppo tardi, che De Luca e Caputo possano replicare con un piano regionale fotocopia di quelli precedenti il massacro di bufale e aziende il ministro Speranza, anzi i ministri Speranza e Patuanelli, hanno il dovere di intervenire e fermare questo scempio che forse gioverà a qualcuno ma non certo a questi preziosi animali, agli allevatori, ai lavoratori dell’indotto e, soprattutto ai consumatori”.
“Abbiamo chiesto un incontro urgente e abbiamo diffidato le autorità nazionali a dare il via libera a qualsiasi Piano di eradicazione senza una confronto con gli allevatori ai quali fino ad oggi è stata negata qualsiasi possibilità di eseguire contro diagnosi prima degli abbattimenti di massa mandandoli al macello insieme ai loro capi sani”, aggiunge il presidente di Altragricoltura.
“Siamo sempre più convinti, insieme con il Tar e il Consiglio di Stato, che in questi ultimi 10 anni ne siano successe di tutti i colori. Mentre prepariamo la risposta nelle strade di mobilitazione, chiediamo verità, giustizia, e soprattutto la corretta applicazione delle norme Europee, dei protocolli Oie, e l’assoluta e vera (non a chiacchiere) condivisione delle scelte con gli allevatori”, conclude Fabbris.
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