Politica

Campania, Crisi idrica epocale. Ciampi: “Ma la politica pensa alle poltrone”

Il consigliere regionale: “Scissione Eic tra Irpinia e Sannio, spezzatino societario che non risolve criticità”

Napoli, 1 Luglio – “Non comprendo come il drastico ridimensionamento della struttura societaria e gestionale del settore acqua operata dall’Eic (Ente idrico campano) possa essere stata accolta con tanto favore. La scissione dell’Ente d’Ambito Calore irpino, che darà luogo a quello Sannita, si traduce esclusivamente in una moltiplicazione di poltrone. Nel silenzio dell’Eic intanto a Benevento è stato prorogato di un anno l’affidamento alla Gesesa da parte del Comune. La legge regionale viene così ri-modellata nell’interesse di una moltiplicazione delle gestioni (e delle poltrone) e non all’interesse vero dei cittadini”.

Lo denuncia il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Vincenzo Ciampi. “Basti pensare a Napoli Nord o al nostro territorio, dove opere e risorse (Sorgenti di Caposele e Cassano, Diga di Campolattaro) dovevano rappresentare un fattore di sviluppo e occupazione per rafforzare una gestione pubblica dell’acqua e invece saranno oggetto di appetiti diversi con soggetti gestori più piccoli e meno attrezzati dal punto di vista industriale. Peraltro, mentre si lascia Alto Calore al suo destino, senza decidere sull’affidamento del servizio o sulla sua alvaguardia, a Benevento si proroga una gestione dubbia ed oggetto di sanzione dall’Arera (Autorità di regolazione dei servizi di pubblica utilità) proprio per la Qualità tecnica del servizio e per la sua politica tariffaria.

Il settore idrico è sotto gli occhi della magistratura, ma in Campania, invece di ripensare all’acqua pubblica con una gestione manageriale ed aggregazioni di gestori esistenti come al nord o nella vicina Puglia (che produrrebbero economie di scala e un approccio più equo verso una tariffa unica regionale), si prediligono soluzioni di ingegneria societaria che riportano indietro nel tempo e soprattutto opacizzano la gestione. Tante scatole cinesi molto simili allo sdoppiamento di tanti anni fa, quello che ha compromesso nel tempo la forza della società Alto calore. La crisi idrica e ambientale, figlia del mutamento climatico, non insegna nulla.

Proporrò approfondimenti in Consiglio regionale. La Giunta dovrà dare conto di queste fughe in avanti su altri territori e del mancato mantenimento degli impegni su Alto Calore che attendeva da 4 anni, dalla salvaguardia all’affidamento e finanziamento di 60 milioni sulle opere. Alto Calore – conclude Ciampi – da secondo gestore storico della Campania, si trova penalizzato sulle prospettive e con i suoi 126 comuni tra Irpinia e Sannio, senza finanziamenti del PNRR. Uno scandalo anche per le generazioni future della nostra terra”.

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