Mozione della consigliera regionale che ha raccolto il grido d’allarme dei Medici per l’Ambiente: “La pandemia non può frenare la prevenzione, serve organizzazione straordinaria”
Napoli, 30 Marzo – “Dall’ultimo studio commissionato dalla Procura di Napoli 2 Nord all’Istituto Superiore di Sanità, emerge un incremento dei casi di mortalità e ospedalizzazione nei 55 comuni della Terra dei Fuochi, a causa dell’esposizione a inquinanti ambientali rilasciati da roghi di rifiuti e da siti di smaltimento illegale. Una fotografia impietosa a cui contribuisce oggi la mancata prevenzione in epoca Covid in Campania, provocata dall’ingiustificato rallentamento degli screening di individuazione precoce.
Sempre più numerosi i pazienti in attesa di esami diagnostici o di essere sottoposti a interventi salvavita, a causa di evidenti lacune nell’organizzazione del sistema sanitario regionale, a un anno esatto dall’esplosione dell’emergenza pandemica. Nel frattempo la malattia avanza, mentre aumenta il livello di mortalità, che colpisce indistintamente entrambi i sessi e a tutte le età. Sono sempre più frequenti i tumori al seno e al colon, le patologie respiratorie di ragazzi in età adolescenziale, le patologie neonatali e i casi di infertilità e di malattie endocrino-metaboliche”. Lo denuncia la consigliera del Movimento 5 Stelle Maria Muscarà che, su sollecitazione dell’associazione Medici per l’Ambiente e del presidente regionale di Isde Campania Gaetano Rivezzi, ha presentato una mozione.
“Dal Governo sono stati impegnati 25 milioni di euro per le attività di bonifica e di prevenzione dei toghi in Terra dei Fuochi – spiega Muscarà – ma non sappiamo se e con quali iniziative sono stati investiti. Con la mia mozione chiedo che il Consiglio regionale impegni la Regione a mettere in campo ogni iniziativa possibile per attivare l’alta prevenzione sanitaria, a cominciare dalle donne in gravidanza e dai bambini di età inferiore ai 36 mesi. Dobbiamo pretendere che siano adottate misure straordinarie di assistenza per tutti i pazienti con patologia oncologica. La pandemia non può rallentare in alcun modo gli screening di individuazione precoce del cancro, in particolar modo nelle popolazioni che risiedono in quel maledetto perimetro denominato Terra dei Fuochi”.
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