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Brusciano, rimosso ordigno bellico dei bombardamenti del 1943

Brusciano, 22 Giugno – A Brusciano la giornata di venerdì del 21 giugno 2024 è stata segnata da un evento inaspettato eredità di un tempo passato e di grandi sofferenze per l’Italia, l’Europa ed il resto del mondo. Durante i tranquilli lavori della Gori, per il potenziamento della rete idrica cittadini, in zona Quattromani, è stata rinvenuta una bomba della Seconda Guerra Mondiale. Il segnale di massima attenzione è stato lanciato ai cittadini intorno alle ore 14,00 dal primo cittadino attraverso la propria pagina social, Giacomo Romano Sindaco di Brusciano, con queste parole: “Importante informazione. Il transito veicolare lungo via Quattromani, Via Vittorio Veneto verso viale dei due pini, è inibito per il ritrovamento di un ordigno bellico, durante gli scavi, commissionati da GORI, per il potenziamento della rete idrica. Immediatamente un addetto alla sovraintendenza per gli scavi archeologici ha comunicato ai carabinieri e questi alla Prefettura. Siamo in attesa che arrivino gli artificieri dell’Esercito (personale del 21* Reggimento Genio Guastatori) per disinnescare l’ordigno e poi portarlo in luogo sicuro per procedere a farlo brillare. Pertanto chiedo a chiunque di non recarsi in quella zona”. Lo stesso Sindaco, con le stesse modalità, dopo circa due ore ha così rassicurato tutti: “Ordigno rimosso”. Tutto è bene quel che finisce bene, grazie a quanti sono intervenuti nella filiera istituzionale, amministrativa e militare, per la celere soluzione della problematica e la salvaguardia della sicurezza della comunità di Brusciano frutto della puntuale bonifica.

Questa occasione ci dà la possibilità di riportare alla memoria locale le vittime dei bombardamenti del 1943. Il 10 giugno del 1940 Mussolini dichiarava guerra a Gran Bretagna e Francia, il giorno dopo la RAF compiva su Genova il primo bombardamento in Italia. Fino al giorno 4 maggio 1945, quello dell’ultimo bombardamento sulle colonne tedesche in fuga, gli Alleati sganciarono sull’Italia 378.891 tonnellate di bombe, il corrispettivo del 13,7% del totale europeo. La Campagna d’Italia ebbe inizio con lo Sbarco Alleato in Sicilia del 9 Luglio 1943, “Operazione Husky”; la caduta del fascismo avvenne il 25 Luglio; Il 3 Settembre l’Ottava Armata diede inizio all’invasione dell’Italia Continentale, sbarcando in Calabria, “Operazione Baytown”. Nell’anno 1943 Brusciano, in provincia di Napoli, quella della città d’Italia più bombardata nella Seconda Guerra Mondiale, per la sua prossimità a Pomigliano d’Arco, polo industriale obiettivo strategico degli Alleati, sconta numerose vittime, in tre bombardamenti, il 30 maggio, il 21 giugno ed il 17 settembre, come testimoniato nella pubblicazione del sociologo Antonio Castaldo per il Settantesimo Anniversario del 2013, “I Bombardamenti del 1943. Il Sacrificio di Brusciano”, Patrocinio del Comune di Brusciano, Sindaco Avv. Giosy Romano, Pro Loco e IESUS Istituto Europeo di Scienze Umane e Sociali.

A Brusciano, il 30 maggio 1943 alle ore 11.00, ci furono 6 vittime civili a Brusciano, mentre l’obiettivo principale con il lancio di 123mila chili di bombe era Pomigliano d’Arco. Da 59 “Fortezze Volanti”, i famigerati quadrimotori “Boeing B-17 Flying Fortress” degli USA vennero lanciate 404 bombe, al 60% di tritolo, e 3594 bombe a frammentazione, come si apprende dalla lettura del recente libro del Professore Aniello Cimitile, Emerito Rettore dell’Università del Sannio, “Una Domenica di Maggio. Il 1943 all’Alfa Romeo e a Pomigliano d’Arco”, pubblicato da Colonnese Editore, Napoli 2023.

Ancora a Brusciano, il 21 giugno 1943, alle ore 14.00 morirono presso la “Masseria d’a Mulignanella”, al confine con Castello di Cisterna, due ragazzini di 10 anni, compagni di gioco, Luigi Di Sarno e Nicola Di Mauro. Le foto del sociologo Antonio Castaldo allegate al presente articolo riprendono i resti di quella masseria da allora mai più recuperata ed ora ricoperti di vegetazione fra lo stormire di foglie e uccelli pur restituiscono un bisbiglio di antichi dolori.

Sempre a Brusciano, il 17 Settembre 1943, alle ore 17.00, si ebbe il più pesante bilancio di vittime civile a Brusciano, con 19 morti fra cui una mamma, Melli Addolorata, di 36 anni, con i figli Domenico, 13 anni; Salvatore, 4 anni; Rosa, 2 anni di età. Unico superstite il capofamiglia, Agostino Romano, perché si trovava a lavorare in campagna. Quel giorno, oltre a tanti bruscianesi, perirono, i componenti di una intera famiglia di Napoli che transitavano, da sfollati, in macchina lungo Via Camillo Cucca: Tammaro Nicola, 43 anni; la moglie, Teresa Fusco di 36 anni; i loro figli, Mario di 14 anni e Anna di 2 anni di età.

In Italia purtroppo avvengono ancora incidenti derivanti dall’esplosione di residuati bellici e nel trascorso anno 2023 si sono contati 5 morti fra cui un bambino e diversi feriti. Tra il 2017 e il 2022 sono stati eseguiti 13.000 interventi da parte dell’Esercito Italiano. Consultando i dati dell’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra, ANVGC, https://www.anvcg.it/attualita/archivio/item/609-in-italia-migliaia-le-bombe-inesplose-della-seconda-guerra-mondiale, sul territorio italiano si trovano oltre 250mila ordigni bellici inesplosi di cui 25mila trattasi di bombe di aereo, giacenti ad una profondità tra cinque e otto metri.

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