A Casoria presentato uno studio della Bocconi sulla realtà del comparto, illustrato nella sede della SpA guidata dalla famiglia Marigliano
Napoli, 18 Maggio – Il supporto delle politiche pubbliche legate alla transizione energetica e ai processi di transizione digitale, la sostenibilità e la digitalizzazione sono alcuni dei fattori determinanti che hanno favorito la crescita del settore della distribuzione elettrica e termoidraulica. Un balzo di fatturato vendite che nel 2022 ha registrato un aumento in percentuale del + 30% rispetto all’anno precedente e che anche quest’anno registrerà un aumento in percentuale in doppia cifra.
Sono queste alcune delle indicazioni emerse dallo studio presentato oggi a Casoria (Napoli) dal professor Alberto Grando (SDA Bocconi School of Management) nel corso dell’evento ‘Enlight the way together’ promosso dal Gruppo imprenditoriale Marigliano (leader del settore con 1.300 milioni di fatturato, 122 punti vendita in 13 regioni e un’incidenza sul mercato nazionale del 15 per cento) al quale hanno partecipato i rappresentanti di 27 istituti bancari.
Il supporto delle politiche pubbliche continuerà a essere un elemento cruciale per la domanda dei prodotti legati alla distribuzione elettrica e termoidraulica, ma non solo, secondo il professor Alberto Grando, ordinario di Economia della Bocconi, ci saranno altri fattori trainanti: “Nei prossimi anni ci sarà anche una esigenza di efficientamento idrico quindi un ulteriore beneficio per chi lavora nel settore idrotermosanitario”, ha spiegato Grando alla platea di operatori ed esperti del settore. “Il mondo industriale e quello finanziario devono trovare sempre più modalità di collaborazione, una partnership che può essere rafforzata. In particolar modo le aziende che hanno un tasso di crescita significativo hanno bisogno di questo rapporto sinergico”.
Alla kermesse, introdotta dal patron Giovanni Marigliano, 75 anni, che, insieme con i figli e i nipoti, guida il Gruppo Marigliano SpA, hanno partecipato oltre 27 istituti bancari. “In oltre 40 anni di attività non abbiamo mai smesso di dialogare con le banche. Oggi, con i risultati raggiunti, dopo essere entrati anche nel settore della termoidraulica da qualche anno, vogliamo puntare più in alto. Per realizzare i nostri progetti nel settore termoidraulico, che ha un fatturato nazionale di 15 miliardi e quindi superiore a quello dei materiali elettrici, abbiamo bisogno di maggior sostegno e fiducia delle banche. Agli istituti bancari chiediamo di continuare ad accompagnarci in questo percorso che ha già dato importanti segnali e risultati in termini di fatturato e di fiducia dei consumatori”.
Una platea privilegiata quella degli istituti bancari intervenuti, pronti a cogliere la sfida e l’opportunità di rafforzare le sinergie finanziarie e di servizi per il mercato della distribuzione elettrica e termoidraulica. Giuseppe Nargi, direttore regionale Intesa San Paolo per la Campania Calabria e Sicilia, sintetizza così: “In questo settore bisogna avere massa critica, e il gruppo Marigliano è un punto di riferimento importante per il mercato e un modello da imitare, con qualità imprenditoriali indiscutibili. Le banche forniscono soluzioni di finanza necessarie per la crescita, ma oggi sempre di più ci stiamo strutturando per fornire soluzioni non solo finanziarie, ma per supporti consulenziali in termini di finanza straordinaria, di apertura ai capitali di terzi”. Sulla stessa linea Stefano Schrivers, head Wealth BNP Paribas “Il rapporto tra banca e impresa ha un particolare valore. Quando le aziende crescono, hanno bisogno di capitale circolante e di finanziare la crescita, quindi avere un rapporto stretto con il sistema bancario è una garanzia in più. Per un istituto bancario avere come partner aziende come questa, che si presenta in un certo modo, è un elemento di garanzia per gli investimenti”.
Anche Gennaro Salzano, Wealth manager di Deutsche Bank, ha detto: “Per il 2023 si stima una crescita intorno al 12-13% mentre l’anno scorso ci sono state crescite anche del 30-35%. Tra 7 o 8 anni si assisterà sempre più ad una concentrazione del mercato nelle mani di una decina di aziende che fattureranno oltre 500 milioni. Gli istituti di credito nei prossimi anni potrebbero finanziare in modo consistente con operazioni di club deal per creare dei pool di banche con la finalità di grosse acquisizioni di aziende medio piccole, con operazioni di finanza straordinaria”.
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