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Bombe a grappolo all’Ucraina: una tragedia, ma la guerra finirà

Napoli, 14 Luglio – Una notizia sconvolge gli animi di tenti. “Le micidiali bombe a grappolo USA sono arrivate in Ucraina.Una vera tragedia per le generazioni future di bambini. 123 nazioni le hanno vietate ma non USA, Russia Ucraina e Cina.La guerra e le armi sono cose schifose.” Tiziana Ferrario, giornalista e scrittrice. Ecco cosa dice anche Tulsi Gabbard, ex rappresentante degli Stati Uniti d’America per lo Stato delle Hawaii:” La decisione di Biden di inviare bombe a grappolo in Ucraina dimostra che non si preoccupano del popolo ucraino; queste munizioni causeranno vittime ucraine causate da proiettili non esplosi per decenni a venire. Questa è la stessa fredda, calcolatrice freddo, calcolatore e insensibile che abbiamo visto in Madeleine Albright quando quando disse che il prezzo di 500.000 bambini iracheni morti a causa delle sanzioni statunitensi “ne valeva la pena”.
La guerra è un abominio. L’Ucraina deve difendersi, ma oggi, appunto, nessuno crede più a ciò che si affermava con tanta fierezza un anno fa. E il vertice NATO ne è una prova. Gli Ucraini, per fortuna, sono un popolo che non si arrende e la guerra finirà. “La guerra finirà. Almeno quella che si è scatenata fuori di noi. E quella che rimarrà dentro le nostre anime? Ognuno di noi oggi ha abbastanza motivi per difendere le proprie posizioni, credenze, opinioni, sia quelle che ha scelto da solo, sia quelle suggerire oppure imposte dalle circostanze. Questa guerra ha costretto molti ad interrompere le relazioni che prima erano considerate care, a voltarsi dal proprio riflesso umano, ad accettare gli estremismi.
Possiamo pensare o credere quello che vogliamo, ma un giorno dovremo ancora incontrarci, negoziare e reimparare a vivere insieme. Oggi la prova principale della vita è non farsi contagiare dall’odio che aleggia in quest’aria bellica. L’odio non solo non ci libererà dalle difficoltà bensì ci porterà verso l’autodistruzione, passo dopo passo lungo una strada infernale. La nostra natura sarà inevitabilmente deviata, l’energia esplosiva nei nostri cuori sterminerà prima gli innocenti, meno difesi attorno a noi, e poi, di rimbalzo, ci ucciderà lentamente. Tutto questo, insieme alle quotidianità banali come le fluttuazioni dei tassi di borsa, al comportamento dei mercati mondiali, alle isterie dei politici che ormai è diventata routine ed al colore dei pulsanti nucleari, è stato pianificato professionalmente da pochi potenti, con grande anticipo.
Il lato più vulnerabile dell’umanità è la prevedibilità delle nostre reazioni. Abbiamo vissuto insieme. Insieme abbiamo letto gli stessi libri, guardato gli stessi film, ascoltato le stesse canzoni, vivendo insieme le nostre emozioni comuni. Abbiamo viaggiato insieme, ci siamo innamorati, abbiamo sognato insieme, abbiamo detto e fatto cose stupide, abbiamo riso e pianto insieme. Insieme abbiamo sognato terre lontane, discusso di politica e di arte. Abbiamo sperimentato la vergogna e l’orgoglio comune. Ci siamo insegnati a vicenda e abbiamo cercato di imparare l’uno dall’altro. Il nostro passato e il nostro futuro comune vivevano in noi. Insieme potevamo aggiustare, cambiare e migliorare molte cose.
Le nostre piccole e divertenti differenze erano la nostra ricchezza e il materiale per l’esplorazione comune. Cosa avremmo pensato se ci avessero detto che in un paio di decenni noi e i nostri figli saremmo diventati così individualisti ed egocentrici da odiarci e ucciderci a vicenda? Come abbiamo fatto a lasciarci avvelenare così a lungo con il veleno corrosivo della propaganda altrui? Forse perché hanno scritto così tanti libri meravigliosi per noi, hanno girato così tanti film e ci hanno gettato davanti tante parole astute ed inutili sull’umanesimo? Oppure perché hanno saputo trovare nelle nostre anime qualcosa che era già corroso e compromesso?
Ora possiamo solo abbandonarci alle ipotesi. Il fatto però rimane chiaro: questa guerra è il prodotto di pericolosissime speculazioni culturali volute da chi oggi trae i maggior profitti dal nostro dolore, da chi costruisce la propria fortuna sulla morte delle masse. Ad ogni caso, indipendentemente dalle cause e circostanze di questa guerra, dalle origine di quest’odio, non è vero che nulla dipende da noi. Senza compromettere le nostre convinzioni e le nostre opinioni, in tutti i nostri schieramenti, paesi e spazi nei social, possiamo e dobbiamo rimanere esseri umani.” Nicolai Lilin, scrittore.
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