Bologna, 6 Novembre – Per la Commemorazione del 39esimo Anniversario della Strage fascista alla Stazione di Bologna, l’Assemblea Legislativa Regionale dell’Emilia Romagna, volendo dare continuità all’impegno civile per la memoria per tramandarla di generazione in generazione, con la rinnovata partecipazione di Matteo Belli, Cinzia Venturoli e dell’Associazione Familiari delle Vittime, ha pubblicato “Sopravvissuti 2 Agosto 1980 testimonianze di una strage”. Con questo preciso intento come chiarito da Simonetta Saliera, Presidente Assemblea Legislativa Regione Emilia Romagna: «Perché non prevalga il disinteresse verso la barbarie che colpì Bologna, perché non ci sia un nebuloso tentativo di cancellare la reazione civile, composta, democratica e ferma di un’intera comunità che rifiutò isteria, leggi di emergenza, bugie e capri espiatori. Vogliamo ricordare perché siamo in debito con chi, in primo luogo l’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini e l’allora Sindaco Renato Zangheri seppero indicare la via giusta a tutta la Nazione: la ricerca della verità, il rifiuto della violenza, il diniego della paura con cui la mano assassina del terrorismo tentava di cancellare la democrazia nata dalla Resistenza e la sua Costituzione. Oggi come ieri, Bologna è fiera della propria tradizione democratica, della capacità di unirsi e reagire di fronte alla tanta efferatezza di cui è stata vittima. Oggi come ieri non ci stanchiamo di chiedere verità e giustizia».
Paolo Bolognesi, Presidente dell’Associazione di Bologna 2 Agosto 1980, che perse la suocera Enza ed ebbe feriti altri familiari, fra cui gravemente il figlio Marco il quale da sopravvissuto verrà sottoposto a 16 operazioni parzialmente riparatorie dei danni di quella bomba: «Ricordo che Marco partecipò con la sua classe ad uno degli incontri organizzati al Quirinale e incontrando il Presidente Pertini gli disse: sono io il bambino che aveva visto in rianimazione, sono vivo! Pertini si commosse, si mostrò molto felice che Marco ce l’avesse fatta. Ogni persona colpita doveva fare i conti con le ferite, con i lutti, ma dovevamo anche cercare di fare in modo che la strage di Bologna, per i morti e per i feriti vi fosse giustizia: proprio per questo il primo giugno 1981, a pochi mesi da una sentenza che non riconosceva alcun colpevole per la strage di Piazza Fontana, costituimmo l’Associazione di Bologna 2 Agosto 1980, con lo scopo statutaria di: “ottenere con tutte le iniziative possibili la giustizia dovuta”. Al momento della costituzione eravamo 44, poi i soci divennero 300».
Da allora la storia processuale ha prodotto il 23 novembre 1995 la sentenza definitiva con cui vennero condannati all’ergastolo gli esecutori dell’attentato del 2 Agosto 1980 a Bologna: i due neofascisti dei NAR, Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, che si sono sempre dichiarati innocenti, mentre hanno ammesso e rivendicato decine di altri omicidi. Mentre Licio Gelli, ex capo della Loggia P2 e gli ufficiali del SISMI Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte, con il faccendiere Francesco Pazienza, un collaboratore dei Servizi SISMI, vennero condannati per il depistaggio di quelle indagini. Il secondo processo, svolto nel decennio dal 1997 al 2007, si chiuse con la sentenza della Cassazione dell’11 aprile 2007, a 30 anni per strage per Luigi Ciavardini, pure lui dichiaratosi innocente. Dal 2017 è in corso il terzo processo, in seguito al rinvio a giudizio di Gilberto Cavallini, anche lui ex NAR con l’accusa di concorso in strage.
Dal versante della responsabilità civile, nel 2014 Fioravanti e Mambro per quella strage vennero condannati in primo grado ad un risarcimento di euro 2.134.274.007,02, più gli interessi, da versare alla Presidenza del Consiglio e al Ministero dell’Interno e addebito delle spese processuali pari a 22.500,00 euro, che purtroppo per la palese incapienza è improbabile il loro pagamento. Lo Stato non può fare altro che prelevare una manciata di euro mensilmente dai loro stipendi. E per quanto riguarda i mandanti della Strage delle ore 10,25 del 2 Agosto 1980 alla Stazione di Bologna prodotta da 200 chili di esplosivo? Dopo 39 anni, non si conoscono ancora. In archivio gli annuali manifesti commemorativi dell’Associazione Bologna 2 Agosto 1980 sono raccolti dal primo del 1982 riproducente l’opera di Guttuso “Il sonno della ragione genera mostri” e il richiamo “Giustizia e verità sono ancora lontane”, all’ultimo del 2019 che sotto l’immagine della Lapide alla Stazione di Bologna porta stampato questo monito: “Un Paese civile e democratico non può prescindere dalla individuazione dei mandanti delle Stragi”.
Queste sono le “Testimonianze da una strage”, quella del 2 Agosto a Bologna nel 1980, definita dall’allora Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, come “l’impresa più criminale che è avvenuta in Italia, il più grave attentato dell’Italia repubblicana”, nel 2019 pubblicate nella raccolta di testi così intitolati e sottoscritti: “Dire no alla violenza”, Cinzia Venturoli; “Un’altra vita: Raccontare la sopravvivenza”, Matteo Belli; “Il bambino e il Presidente”, Paolo Bolognesi; “Due storie, una vita”, Giovanni e Yuri Zinni; “Come Primo Levi”, Stefano Mariotti; “Il caldo e la paura”, Eliseo Pucher; “Venerdì d’agosto”, Roberto Castaldo; “Il ritardo” ,Carlo Dionedi; “Adolescenza”, Roberta Garuti; “Il buio”, Paolo Sacrati; “Pensieri e dolore”, Giuseppe Soldano; “Una nuova vita”, Sonia Zanotti; “Alle mie colleghe”, Marina Gamberini; “Quel ragazzo disteso per sempre”, Patrizia Poli; “Lo scoppio”, Francesco Durante; “Una luce mai vista”, Antonio Colavitti; “Perché???”, Torquato Secci; “Domani”, Onorio Ruozzi; “Non mi sono arresa” Roberta Ruozzi; “Un gelido Boato”, Federica Biagetti; “Un vuoto che disorienta”, Paolo Lambertini; Infine la sezione “Noi c’eravamo” da un’idea di Davide Barbieri per raccogliere ricordi e racconti, strie ed emozioni di quanti il 2 agosto 170 erano in Stazione a Bologna e si prodigarono nelle attività di soccorso dopo l’attentato: “Una realtà devastante”, Stefano Verdolini; “Il cucciolo di Alfredo”, Signor Rigato; “Mio Padre Remo”, Milena Anderlini; “In divisa”, Giuseppe Palmadessa; “Dolore al telefono”, Riccardo Malagigi; “L’inferno in diretta”, Ugo Vandelli; “Fazzoletti bianchi”, Andrea Garagnani; “Era mio marito”, Antonella Magnoni;
Il sociologo e giornalista, Antonio Castaldo, che ha ricevuto dall’amico Gennaro Lauro, i cui genitori, Salvatore Lauro e Velia Carli, furono tra le 85 vittime di quella orrenda strage, una copia della pubblicazione “Sopravvissuti. 2 Agosto 1980 testimonianze da una strage” è molto legato a Bologna dove ha vissuto alcuni momenti importanti della sua vita, di politica e creatività, di sogni e amore, e poi di lutto e solidarietà, con la partecipazione all’evento promosso dal “Movimento del ‘77” e svolto a dal 23 al 25 settembre del 1977, intitolato “Convegno nazionale contro la repressione”; con l’esperienza del lavoro nei cantieri stradali cittadini, dell’inverno del 1979, alloggiando presso il mitico Ostello della Gioventù; con il primo lavoro con tutti i crismi della legalità per una supplenza semestrale presso l’Istituto Aldrovandi Rubbiani nel 1981.
L’attenta lettura di quella rammemorazione con la rinnovata commozione lo hanno riportato al suo personale ricordo «di quando partecipai al raduno internazionale “2 Agosto 1981 Incontro a Bologna dei Giovani d’Europa”, voluto dal Sindaco, Renato Zangheri, e distribuito in una successione di eventi, che oltre al doveroso omaggio alla Memoria celebrava la vita e la creatività costruttiva, fra i Giardini della Montagnola, i dibattiti, le animazioni, il concerto di Piazza Maggiore con “L’Inno alla Gioia” di Beethoven, la “Divina Commedia” recitata da Carmelo Bene dalla Torre degli Asinelli. Fra le iniziative indipendenti vi era la stampa e la distribuzione a “Lire 100”, del “Foglio dei Quattro Giorni” apparso dal 30 luglio al 2 agosto 1981 su cui si pubblicavano, a cura di Bruno Brunnini, Maurizio Maldini, Nicola Muschitiello, Mino Petazzini e Roberto Roversi, con la grafica di R. Zanetti, i pensieri, le riflessioni, e le poesie dei giovani partecipanti. Anche io fui ospitato con due mie poesie –conclude Antonio Castaldo– in una di quelle trasfiguravo la data del 2 agosto 1980 nella tabellina del 2, che immaginata ripetuta in un coro scolastico si diradava ad ogni rigo perdendo contenuto e memoria, fino alla chiamata finale dell’insegnante che invitava i bambini a terminare la cantilena “perché domani si va tutti al mare, si va in vacanza”. Un modo per esorcizzare il rischio di perdita di Memoria, Verità e Giustizia. E questo fino ad oggi non è successo, grazie all’imperterrita attività dell’Associazione Familiari delle Vittime della Strage del 2 Agosto 1980 a Bologna”.
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