Roma, 4 Novembre – Il cardinale Matteo Zuppi, il “cardinale di strada”, arcivescovo di Bologna, una tra le voci più ascoltate da Papa Francesco, ha affermato: “Alla fine il male non vincerà! Ma stavolta dovremo mettercela tutta, tutti, per uscire dal tunnel dove siamo ripiombati. Il Papa l’ha detto subito: pensavamo di vivere sani in un mondo malato, narcotizzato dal benessere. Nella scorsa primavera abbiamo scoperto che no, non siamo invulnerabili. Poi è scattato un effetto molla, appena la morsa dell’infezione si è allentata, e ci siamo dimenticati della sveglia che era suonata. Occorre ritrovare consapevolezza, anche in un momento come questo, dove siamo più stanchi, e soprattutto mettere in atto la solidarietà della porta accanto, che è il primo antidoto sociale”.
Queste le sue parole relative alla attuale fase della pandemia da Covid-19. Il cardinale poi ha aggiunto che il virus porta con sé vari retroscena, ma a suo avviso, quello più drammatico e urgente, ovviamente dopo purtroppo le morti, è la povertà, ancora “più povera” per gli emarginati, i barboni di strada, tutti coloro che erano già poveri prima della pandemia, ed ora ovviamente anche per i nuovi poveri, generati da questa emergenza sanitaria.
Basti comunque vedere il dato della percentuale di chi chiede aiuto alla Caritas. Secondo le stime, tra maggio e settembre 2020, la percentuale di chi si rivolge a tale ente è aumentata del 45%. Matteo Zuppi, don Matteo Zuppi come lui si fa amichevolmente chiamare, per le sue prese di posizione non neutrali nei confronti degli ultimi, degli inascoltati, le sue battaglie culturali contro l’indifferenza, è stato fortemente voluto da Papa Francesco a Roma, e proprio l’anno scorso fu creato cardinale. Don Matteo conduce una vita all’insegna dell’umiltà, del servizio religioso, raccoglimento spirituale.
Vive in una casa di riposo per preti, gira in bicicletta, e non una volta è stato sorpreso ad aiutare senza tetto, ragazzi di strada, drogati, emarginati. Tutto questo perché seguendo le sue parole, è mosso dall’idea di amare il prossimo come se stesso ed alle volte più di se stesso. “Ama Dio e ama il tuo vicino, sono i comandamenti che Gesù ha unito. Non è possibile dirsi fedeli al Signore e insieme mostrare disinteresse per gli altri. La prima cosa include necessariamente la seconda. Se un cattolico, specie in questo tempo buio, pensa di poter tenere separate le due travi portanti della nostra fede, dovrebbe interrogarsi a fondo e sanare una contraddizione così forte”.
Secondo sua Eminenza Zuppi, bisogna, in questo modo, con queste azioni, con questo spirito, abbattere il mondo malato di cui parla Papa Francesco, fatto di egoismo, omertà, prigioniero dell’individualismo, dominato dall’idea folle che ci si può salvare da soli. Mai come ora bisogna tessere e ritessere legami che uniscano le persone, le fasce sociali, le diverse opinioni politiche. Solo in questo modo, si può rivolgere, dare ascolto e fare nostra, l’ultima enciclica del pontefice, la sua terza per l’esattezza, non a caso dal titolo “Fratelli tutti”.
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