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Cultura

BOJANO 2021, VER SACRUM O PRIMAVERE SACRE

Boiano, 21 Agosto –  Finalmente, dopo la grande paura della pandemia da Covid19, riprende la manifestazione della rievocazione della Fondazione di Bojano: “Ver Sacrum” o rito della “Primavera sacra” dei Sanniti a Bojano. Tale manifestazione è sentita dai bojanesi tutti? Sicuramente da non pochi delle arti liberali da cui nasce il cittadino (non più suddito ed artefice del proprio ambiente e destino). Bojano rivive la rievocazione con passione culturale sia pure tra non poche visioni di dettagli che è bene soprassedere. Il “Ver sacrum”, atto che probabilmente è all’origine della nascite di Bojano Vetus, cittadina Sannita, descritta anche dal più prolifico scrittore di Roma caput mundi, il patavino Tito Livio. La rievocazione di domani, come le oltre circa 20 precedenti, si riferiva al rito sannitico della consacrazione di giovani, nati in periodi di crescita demografica e per alleggerirne il peso demografico sulle risorse limitate disponibili, venivano dapprima consacrati alla divinità- i Sanniti erano politeisti- e poi inviati, al seguito di un bue totemico o sacro a fondare nuove colonie. Partirono in 7 mila scrive Strabone e ci ricorda anche il romanzo storico di N. Mastronardi, Vitelium, che tanto successo ha mietuto negli ambienti colti italiani e stranieri. Il Ver Sacrum dunque è una rappresentazione scenica itinerante  in costumi d’epoca, che vuole portare all’attenzione del popolo bojanese la necessità di conoscere il proprio passato, le proprie origini tra storia e mito. La ricostruzione dei rituali si basa sulle notizie tramandateci da scrittori greci e latini e dai recenti studi di archeologia, glottologia e filologia, che a Bojano trovano riscontro in particolare nell’Avv. Alessio Spina, vero cultore del Sannio e autore di commedie antiche e moderne. Con questi ho anch’io per due volte rappresentato un sacrato Pentro che fa auspici con le viscere di un agnello sacrificale oppure sposa giovani guerrieri vincitori di battaglie epiche.

Nel 2016, adorai dopo il matrimonio di 20 giovani guerrieri Pentrila, la Dea sulle nuvole del Matese, montagna sacra dei Sanniti. Tale adorazione era un’invocazione a far piovere, sulle fertili pianure di Alife, Bojiano, Venafro e Telese. Tra le varie Associazioni di volontariato bojanese che quest’anno hanno allestito una mostra di ricerca delle radici storiche locali, ho conosciuto di recente l’Arch. Fioravanti Vignone, detto Fiore. Questi ha allestito una magistrale vetrina di guerrieri egizi, daci, romani, ecc.. L’ho conosciuto parlando del guerriero Daco con la spada ricurva. A. Spina gli ha riferito che conosco la Dacia e non pochi dettagli ambientali dell’attuale Romania. Ho riferito a Fiore che di Venafro in Dacia vi erra un Legato di Legione, la XIII Gemina, di nome L. V. Rufo. L’arch. Vignone Š un cultore del Sannio, ma sembra avere una visione meno ristretta e campanilistica di qualche altro sia bojanese, che venafrano e di altre piccole-grandi patrie molisane.

Gli ho raccontato che a Piedimonte Matese fino a Caiazzo vi sono non pochi uomini di cultura che vorrebbero rifare la Regione storica del Sannio a Parte uno che è morto da poco ed insegnava all’Università partenopea, che era un cultore di studi classici ed adorava lo storico tedesco che identifica Pietrabbondante e non Bojano come capitale dei Pentri. Vignone, invece, mi precisa che Pietrabbondante aveva le casse dell’erario dei sanniti e Roma la espugno per prima. Dei Daci ha voluto approfondire ciò che ho riportato sul delegato di Legione romana in Dacia, L. V. Rufo di Venafro e mi ha chiesto, di leggere, il mio saggio, che ne tratta sia pure di sguencio: “Piedimonte M. e Letino tra Campania e Sannio”, Energie Culturali Contemporanee Editrice, Padova 2011. Domani assisteremo dunque al Ver Sacrum con circa 300 figuranti che sfileranno per via Barcellona, corso Amatuzio, Corso dei Pentri e si fermeranno in Piazza Roma per rappresentare il rituale dei Sanniti come il matrimonio collettivo che rispondeva più alla ragione di Stato che al desiderio personale.

Le fanciulle venivano scelte per valore dai guerrieri distintisi in battaglia. Anche quest’anno la FIDAPA (Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari), sezione di Bojano (CB), ha promosso il Ver Sacrum. Rivedere il Ver Sacrum, dopo aver letto il romanzo storico “Viteli—” di Nicola Mastronardi di Agnone (IS) è un’esperienza più affascinante, delle altre rievocazioni tra storia e mito. Mastronardi descrive minuziosamente le primavere sacre dei Sabini, che in 7000 alla volta, migravano verso sud per colonizzare nuove terre, tra l’VIII e il VII sec. a. C.. Il celebre romanzo, elogiato anche da Gianni Letta, che ne auspica un film, descrive il territorio dei Sanniti e si sofferma molto intorno alla sua Agnone, stravedendo un po’, come fa l’innamorato con l’innamorata. Mastronardi, indica, nel romanzo, Bojano Vetus, senza dubbi intelligenti, a Pietrabbondante (IS), mentre Bojano (CB) ha tutti i requisiti per essere la capitale dei Pentri anche perch‚ il Matese era “la montagna sacra” del Sannio. Sulle cime del Matese la Dea vi passeggiava e schiacciava le scure nubi facendo piovere sulle fertili pianure di Bojano e d’Alife, come scrive V. Cuoco ed altri famosi scrittori delle popolazioni preromane, tra cui il prof. canadese, E. T. Salmon in “Sannio e Sanniti”.

Un capitolo del mio saggio prima citato, evidenzia l’utilità di allargare la Regione amministrativa Molise all’intero territorio della Regione storica del Sannio, che comprende anche i due citati comuni dell’alto casertano, esaminati con la scienza di sintesi dell’Ecologia Umana appresa all’Università di Padova. Allargare il Molise, adesso, risponderebbe anche alla necessità di revisione della spesa statale senza le province di Isernia e di Benevento. Il Sociologo dell’Università di Venezia, Ulderico Bernardi, sosteneva spesso che non esiste l’Italia, ma tante piccole italie che nell’insieme contribuiscono a formare il nostro Paese da 151, meno per il triveneto. Eppure il binomio natura e cultura nel territorio della Regione storica del Sannio Š poco noto ai turisti che preferiscono le coste adriatiche e tirreniche rispetto all’interno del centro-sud dello stivale italico. Il Sannio comprende l’attuale Molise con circa 330 mila residenti – oggi in preoccupante decrescita – e parti di territori confinanti del beneventano, del casertano, del foggiano, del chietino e del frosinate per un totale complessivo di quasi 1 milione di attuali Sanniti ed almeno 5 milioni con gli emigrati in Canada, Argentina, Australia, Germania, Svizzera, Belgio, ecc.. Il Sannio si formò a seguito delle Primavere Sacre dei Sabini, che, nell’VIII secolo a. C., migrarono a sud e fondarono Bovianum vetus sulle sorgenti del Biferno, fiume interamente molisano. La FIDAPA ( Federazione Italiana Donne Arti e Professioni, sezione di Bojano), da quasi 20 anni festeggia, a Bojano e a Campitello Matese, le Primavere Sacre.

Lo scrivente come sacerdote che interroga il Fato dalle visceri di un agnello ha svolto il ruolo anche di sacerdote che celebra il matrimonio dei Sanniti: 10 valorosi guerrieri che scelgono la fanciulla da sposare. Sorprende il turista la partecipata manifestazione di alcune centinaia di bojanesi recitanti a memoria il copione del matrimonio delle virtuose vergini ai guerrieri del Sannio, che si opposero con “le guerre sannitiche” a Roma, che fu sconfitta nel 321 a. c. alle Forche Caudine. Il luogo delle Forche Caudine non trova concordi i ricercatori e la gola montuosa di Lavello, tra Cerreto Sannita e Cusano Mutri ritrae più fedelmente ciò che scrisse in proposito Tito Livio. I Sanniti Pentri, Frentani, Caudini, Caraceni si riunivano ai “Campi di Marte”, nella piana dell’alto Biferno, per concordare la risposta comune ai pericoli incombenti sulla federazione dei popoli del Sannio come le guerre contro Roma che si espandeva con le legioni armate e distruggendo, una prima volta, Bojano con l’omonima battaglia del 305 a. C.. In questa cittadina di 8,5 mila residenti, con molti scrittori municipalisti, vi è una strada dedicata ad Erennio Ponzio, figlio di Gaudio (il Governatore, che si lava le mani, Ponzio Pilato, era un Sannita d’origine telesina) comandanti dei Sanniti vittoriosi alle Forche Caudine. Ricordo il collega, prof. di Storia del liceo scientifico di Gualdo Tadino, Alberto Cecconi, che ad un esame di maturità a New York nel 2003, interrogando un candidato gli riferì della frase del Governatore Romano, Ponzio Pilato, rivolta al Messia” Chi sei tu: “io sono la via, la verità”.

Ha, ha fermati, disse il Governatore, quale verità la tua? Io sono la verità di Roma, che è diversa dalla tua…. Così pare che disse il mio collega storico per affermare che ogni uomo ha una sua lettura della realtà e dunque della verità? Che poi Pilato sia della gens telesina Š da ricordare eccome, perchè sembra somigliare a molti politici attuali che se ne lavano le mani quando devono affrontare problemi risolvibili come il degrado dell’intero territorio del Sannio e Bojano non fa eccezione. Ad esempio il monumento ai caduti, posto vicino alla cattedrale bojanese (un’opera d’arte di eccezionale valore scultoreo e storico),  non è ben custodito. Apprendo che una petizione di cittadini bojanesi, preoccupati di valorizzare la res publica, come il porvi una didascalia storica, gli Amministratori locali, provinciali e regionali, non rispondino affatto con sollecitudine o meglio pare che “se ne lavino le mani”!

 

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Prof. Giuseppe Pace

 

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