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Autonomia Differenziata, il manifesto di Conflavoro per rilanciare il Sud

Roma, 20 Giugno – Per Conflavoro l’Autonomia differenziata può essere un’opportunità per tutte le Regioni. “Capiamo benissimo i timori del Sud – sottolinea il presidente nazionale Roberto Capobianco – perché purtroppo vive da sempre a un’altra velocità rispetto al Nord e alle potenzialità che saprebbe esprimere. Questa riforma, ricercata negli anni sia da governi centrali e regionali del centrodestra come del centrosinistra, ha però proprio l’obiettivo di riequilibrare i poteri tra Stato e Regioni dando la possibilità a queste ultime – ma solo se lo vogliono dato che non si tratta di un processo automatico – di ottenere maggiore autonomia decisionale su importanti materie. A noi questo, in linea di principio, sembra un intento positivo”.

“Nessuna Regione sarà privata di risorse a favore dei territori che chiederanno l’Autonomia, quindi – afferma il presidente di Conflavoro – è sbagliato dare per spacciato il Sud Italia. Le disparità con il Nord purtroppo sono storiche, ma proprio per questo motivo le amministrazioni regionali che lo desiderano potranno dimostrare che sanno fare il bene dei rispettivi territori, delle persone che vi vivono e delle imprese e dei lavoratori che vi operano. Se così non sarà, noi saremo i primi a difendere il tessuto produttivo del singolo territorio, ma oggi a nostro avviso inutile lanciare allarmi per un modello che, peraltro, non è di certo inedito in Europa”, conclude Capobianco.

“Manifesto CONFLAVORO per il Rilancio del Sud”:

  1. Sviluppo economico e occupazionale sostenibili – Favorire la creazione di reti di impresa e cluster territoriali per stimolare la collaborazione tra aziende, enti di ricerca e istituzioni, al fine di promuovere la condivisione delle risorse e delle competenze con l’obiettivo di creare nuova occupazione nei comparti trainanti e/o che maggiormente necessitano di nuova manodopera (si pensi ad esempio al settore agroalimentare o del turismo) e contemporaneamente migliorare la competitività del tessuto imprenditoriale locale con politiche a sostegno dell’innovazione e degli investimenti, soprattutto piccole e medie imprese, senza tralasciare le semplificazioni burocratico-amministrative.
  2. Livelli essenziali di prestazione – A partire dai bisogni del cittadino, come sanità, scuola, università, welfare, assistenza familiare, è riconosciuta l’entità del divario nella erogazione dei servizi tra Nord e Sud del Paese, in particolar modo le aree interne del Meridione sono quelle che versano nelle condizioni più critiche. Potrebbe essere opportuno ragionare di un piano di spesa idoneo o dell’introduzione di una nuova metodologia per supportare gli enti locali nell’allocazione e nella spesa dei fondi.
  3. Cura e crescita delle relazioni euromediterranee – L’Italia intera, in particolar modo il Mezzogiorno, per morfologia, posizione geografica e storicità ha a disposizione una serie di opportunità strategiche che possono stimolare lo sviluppo economico e promuovere l’innovazione e la sostenibilità. Il Sud Italia ha le caratteristiche per diventare snodo per lo scambio a livello commerciale e di cooperazione, in linea con lo spirito del Piano Mattei per l’Africa.
  4. Blue Economy – L’importanza della Blue Economy per il Sud Italia risiede nella sua capacità di coniugare crescita economica e sostenibilità ambientale. Investire in questo settore significa non solo creare nuove opportunità di lavoro e aumentare la produttività della regione, ma anche proteggere il prezioso patrimonio marino e costiero per le future generazioni incrementando i livelli di sostenibilità delle attività che lo riguardano da vicino, come la pesca e l’acquacoltura sostenibili, il turismo costiero e marittimo, la tutela della biodiversità e le biotecnologie.
  5. Sviluppo infrastrutturale delle reti – Il riferimento è alle reti di trasporto e digitali, da sviluppare in chiave sostenibile. Non si può immaginare di compiere uno sforzo significativo per lo sviluppo del Sud Italia senza considerare di mettere in atto politiche e investimenti volti a realizzare un progresso sostenibile che riguardi tanto i collegamenti fisici per lo spostamento di merci e persone (sia con l’ammodernamento e la conclusione dell’esistente, sia con la realizzazione di nuove strutture stradali, autostradali, ferroviarie, aeroportuali), quanto il potenziamento della connettività per la riduzione del divario digitale con il Nord Italia.
  6. Formazione continua per le competenze professionali specializzate – Implementare programmi di formazione professionale per sopperire alla mancanza di manodopera qualificata, guardando in particolar modo alla diffusione delle competenze per la c.d. doppia transizione, digitale ed ecologica. In particolar modo potrebbe essere opportuno investire in iniziative strutturate di collaborazione sinergica tra università/centri di ricerca e imprese, al fine di creare percorsi formativi di tipo teorico/pratico che rispondano alle esigenze del mercato del lavoro, privilegiando la diffusione della cultura di impresa e della cultura della sicurezza sul lavoro.
  7. Sostegno all’imprenditoria giovanile – Le start-up giovanili possono introdurre nel mercato nuovi prodotti e servizi, sfruttando le opportunità offerte dalla digitalizzazione e dalle nuove tecnologie. Sostenere l’imprenditoria giovanile nel Sud Italia non è solo una strategia economica, ma anche una scelta sociale, in quanto significa investire nel futuro del Mezzogiorno offrendo ai giovani le opportunità per realizzarsi professionalmente senza dover abbandonare la propria terra. Questo può contribuire a rafforzare il tessuto sociale oltre che a rappresentare un volano lungimirante per facilitare lo sviluppo economico e industriale, contrastando anche la dispersione scolastica e soprattutto la disoccupazione/inoccupazione. Sarebbero necessarie, in particolare, iniziative per agevolare l’accesso al credito per le nuove idee imprenditoriali giovanili e aumentare le opportunità di networking, in ottica di implementazione dell’accesso ai mercati.
  8. Sostegno al lavoro delle donne e alle iniziative di imprenditoria femminile  L’inclusione delle donne nel mercato del lavoro e il supporto all’imprenditoria femminile non solo rappresentano un atto di promozione dell’equità sociale, ma sono anche strategie chiave per stimolare la crescita economica e promuovere un modello di sviluppo sostenibile e inclusivo. Favorire l’affermazione delle donne in ambito lavorativo e imprenditoriale non vuol dire soltanto lavorare per l’affermazione di una vera parità di genere, anche attraverso la definizione di politiche sostanziali di welfare e di conciliazione vita lavoro, ma in questa chiave può e deve diventare anche una leva di supporto all’indipendenza economica e all’inserimento delle donne nel mondo del lavoro come strumento di contrasto alla violenza di genere.
  9. Rigenerazione urbana e riqualificazione sostenibile delle periferie – Le periferie urbane, spesso caratterizzate da degrado, mancanza di servizi e isolamento sociale, possono diventare veri e propri motori di sviluppo se sottoposte a interventi mirati di rigenerazione urbana, con la finalità di migliorare la qualità della vita dei residenti e, parimenti, di stimolare l’economia locale e promuovere l’inclusione sociale. Rendere le periferie più accessibili e vivibili può attirare nuovi residenti e attività economiche, contribuendo a ridurre il sovraffollamento dei centri urbani e a distribuire meglio le risorse e i servizi. Potrebbe dunque essere interessante non solo incentivare l’avviamento di nuove opportunità economiche, ponendo soprattutto l’accento sulle PMI, ma anche promuovere la creazione di mercati locali, di eventi culturali, di aree verdi e di spazi per favorire la coesione sociale.
  10. Riconversione dei modelli di business in chiave di economia circolare – Incentivare le imprese a sviluppare modelli di business sostenibili che riducano gli sprechi e favoriscano il riciclo e il riuso dei materiali, attraverso sgravi fiscali e accesso a fondi per progetti green. Stimolare la creazione di posti di lavoro nei settori dell’energia solare, eolica e altre fonti rinnovabili tramite sussidi, formazione specialistica e partnership pubblico-private, riducendo la dipendenza dalle energie fossili. La combinazione di questi due aspetti potrebbe concretamente offrire al Sud Italia una straordinaria opportunità per promuovere uno sviluppo economico sostenibile, creare posti di lavoro, proteggere l’ambiente e migliorare la qualità della vita delle comunità locali.
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