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ATTENZIONE E SERIETÀ

Intervento da remoto al seminario “Il Giudice Ragazzino”, organizzato dai Giovani Democratici di Fuorigrotta per commemorare il magistrato Rosario Livatino

 

“Chi domanda giustizia deve poter credere

che le sue ragioni saranno ascoltate con

attenzione e serietà; che il giudice potrà ricevere

come se fossero sue e difendere davanti a chiunque”

 

Napoli, 5 Marzo – Memore di queste sagge e toccanti considerazioni di Rosario Livatino, giovane magistrato assassinato dalla Stidda ad Agrigento nel 1990, intendo sottolineare che, nel periodo attuale, tutti paiono essersi arresi, specie coloro che, in virtù della posizione rivestita, dovrebbero garantire il pieno rispetto delle disposizioni di legge: com’è noto, il totale disinteresse per il bene dell’altro sta gradualmente prendendo il sopravvento su quel senso di appartenenza ad una civitas (ossia ad una comunità) che dal 1861 al secolo scorso ha animato le menti dei nostri antenati.

Rosario Livatino, nella sua apparente giovinezza, ha dato chiara dimostrazione di poter contribuire validamente alla crescita della sua amata Sicilia: facendo affidamento sulle proprie capacità ed impegnandosi instancabilmente negli studi giuridici, egli ha raggiunto il traguardo tanto ambito, ossia la toga magistratuale, mosso dall’intento di assicurare ai Concittadini quella serietà che, ormai, era a quell’epoca prerogativa di pochi.

Senza celare il mio profondo sconforto, ritengo doveroso evidenziare che una cospicua maggioranza di adolescenti, una volta conseguito il diploma superiore, si sentono spesso disorientati all’atto della scelta del dipartimento ove intraprendere il percorso accademico, finendo, nella quasi totalità dei casi, a “ripiegare” sul corso di laurea in giurisprudenza: mi si creda, non v’è errore più marchiano dello studiare senza un briciolo d’entusiasmo, perché in tal modo si finisce col diventare professionisti che imparano la cosiddetta “pazziella” a memoria.

L’assimilazione dei concetti è sicuramente fondamentale, ma di certo non basta a plasmare un giurista raffinato. Un buon giureconsulto deve, invece, esser dotato di spirito critico, coraggio e, soprattutto, costante voglia di imparare ed attenzione a quanto si verifica nel quotidiano, evitando di far fede ai chiacchiericci di tribunale, di ripetere a pappaghetto il contenuto dei manuali e di sottostare alla volontà dei componenti le varie baronie che infestano la nostra società.

L’esempio brillante di Rosario Livatino sia, dunque, una valida lezione per tutti, non solo per gli addetti ai lavori: soltanto la serietà e l’attenzione meticolosa possono permettere un’amministrazione della giustizia prolifica ed effettiva, che rispetti appieno i princìpi costituzionali ed internazionali che la regolano.

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