Carbonara, 5 Ottobre – L’arte è vita. Non è semplicemente fare, ma ascolto profondo, interrogazione sul senso del percorso intrapreso, strumento di comunicazione. E’ una combinazione di intense emozioni, che infonde forza ai temi trattati senza diluirne l’essenza. L’arte rappresenta il trait d’union tra interiorità e conoscenza, è un’energia vitale che pullula di bellezza e armonia insito nell’esperienza creativa dell’artista.
Oggi vogliamo focalizzare l’attenzione su Giovanna Secondulfo, un’artista “visionaria” che fa davvero toccare con mano come l’arte possa fare un girotondo tra le emozioni e i colori, passando per le espressioni più vive della delicata creatività che polarizzano l’attenzione su valori come la gioia, la luce, la vita…
Quando è nata Giovanna come artista?
“La mia passione per l’arte è sbocciata da ragazzina. All’età di 14 anni ho iniziato realizzando delle tele di cartoni animati per bambini. Successivamente alle scuole medie ho partecipato ad un concorso e con mia grande meraviglia sono stata premiata. Poi come spesso capita nella vita, ho interrotto per un lungo periodo questa mia passione a causa di eventi negativi, riprendendola in seguito dopo aver riacquistato l’indispensabile serenità”.
Quanto ha influito la tua infanzia sulla tua inclinazione all’arte?
“Diciamo che ero una bimba alla costante ricerca di affetto da parte di tutti. Sono cresciuta con i miei nonni a cui devo tantissimo e sotto questo aspetto mi sentivo un po’ diversa dagli altri, perché tutti i miei coetanei avevano una famiglia tradizionale, ciò che io non avevo…Qui forse si innesta la passione per il disegno, che mi dava la possibilità di riempire vuoti ed esternare emozioni”.
Il tuo percorso artistico prosegue come autodidatta. Utilizzi colori ad olio e poi colori acrilici sperimentando varie tecniche. Un percorso meditato e maturato nel tempo con profonda consapevolezza.
“Il mio percorso artistico è stato influenzato da uno chef stellato che mi chiese di dipingere delle uova pasquali. Grazie alla sua sconfinata fiducia, ho preso coscienza delle mie capacità artistiche, ma devo dire soprattutto, mi ha spinta verso una crescita anche umana, alla luce del mio forte senso di insicurezza. Una vera e propria lezione di vita che mi ha proiettata ad evitare la banalità, a cercare sempre di distinguermi secondo le mie propensioni con fiducia e determinazione”.
Qual è stata la tua prima mostra e che sensazioni hai sperimentato?
“Il mio primo appuntamento artistico si è svolto a Roccarainola, al Museo Civico D’Avanzo. Ho avuto in quella occasione la fortuna di incontrare delle splendide persone come Centrella, Natale, artisti capaci di grande accoglienza e ascolto. Senza dubbio quell’esperienza è stata un trampolino di lancio in questo mondo, oltre ad un fondamentale arricchimento artistico e umano, per me un vero e proprio battesimo!”.
Esiste, a tuo avviso, una espressione d’arte al femminile?
“Credo di si. Le sfumature artistiche al femminile, consistono nel rappresentare la donna in tutta la sua essenza: bellezza, sensibilità, dolcezza, sensualità. Un mondo sconfinato e imprevedibile che noi donne ignoriamo ma che l’artista “in rosa” sà cogliere con chiara familiarità”.
Qual è il tuo rapporto con la pittura, conflittuale o armonico?
“Credo che in me questa dinamica si è evoluta e ha preso diversi connotati di pari passo con lo scorrere del fiume della vita. All’inizio è stato sicuramente conflittuale, ma oggi ho un rapporto profondo e intimo con la pittura. Nella solitudine delle mie creazioni, il tempo si ferma. Ci sono solo io e la mia creatura. Un’esperienza di forte impatto interiore e condivisione: le emozioni che in quel momento ricevo dalla tela, pian piano poi la creazione che viene fuori mi ripaga con il triplo delle emozioni. Una corrispondenza d’affetti molto forte”.
E come ti senti quando inizi un’opera?
“Faccio un tuffo all’indietro e ritorno bambina! Mi penetra fin nell’intimo una grande gioia, ma anche una smania, un desiderio sconfinato di finire l’opera al più presto possibile e contemplarla… L’espressione artistica che maggiormente sento dentro è la corrente artistica dell’impressionismo. Amo particolarmente la luce, la vivacità dei colori che rappresentano varie e diverse emozioni: il verde è la serenità, il rosso l’energia. Oltretutto è uno stile che si esegue all’aria aperta e il colore si estende in tutta la sua peculiarità e dunque non è amalgamato con gli altri. Gli stessi Monet e Van Gogh utilizzavano questo stile”.
Parlaci dei soggetti che rappresenti. Utilizzi sempre colori vivaci ma che sembrano nascondere una forte sensibilità e una tua particolare melanconia…
“Si, tutto questo è molto evidente nelle mie opere. Ma direi anche l’aspetto del sogno, l’agognato desiderio di sognare l’universo e che alcuni l’hanno interpretato come una richiesta di aiuto. Sostanzialmente però la mia è sempre una forte tendenza a elargire gioia, il sentimento che in tutta coscienza voglio trasmettere. Ecco perché i colori scuri non li prediligo, mi imprimono nell’animo una triste malinconia. Ed è per questo che tendo dentro di me a colorare il mondo e renderlo dunque un posto migliore per tutti”
Sei fortemente radicata nel sociale. Sono un esempio l’appartenenza alla Protezione Civile ma anche l’associazionismo. Attualmente sei membro dell’Associazione Naturae di Palma Campania e qui hai la responsabilità di un progetto artistico.
“A proposito di Naturae, desidero ringraziare la presidente Rosa Ferrante a cui mi lega una profonda amicizia. La sua caparbietà mi ha convinta e poi coinvolta in questi progetti. E’ stata un’esperienza gratificante. Il progetto d’arte prevedeva il coinvolgimento di persone anziane che hanno partecipato, dipingendo delle lettere giganti. Che dire, davvero interessante condividere insieme a loro la gioia del lavoro ma anche la condivisione di profondi aspetti umani che mi hanno emozionata particolarmente”.
Domanda di rito: sogno nel cassetto?
“Devo confessare che tutto ciò che ho realizzato fin ora mi rende felice, e dunque è come se avessi tra le mie mani il sogno che desideravo fortemente diventasse realtà. Ma, come è giusto che sia, non pongo limiti alla provvidenza. Sono sempre alla costante ricerca di migliorare me stessa, applicandomi nello studio e nel perfezionamento delle tecniche artistiche. A tale proposito vorrei proporre il messaggio che con l’arte, con la creatività artistica si può rinascere, trasformando gli eventi negativi in qualcosa di bello e di terapeutico. E’ vero che la vita mi ha chiuso delle porte ma poi mi ha anche spalancato dei portoni e la passata negatività mi è servita per evolvermi nella persona che sono oggi”.
Giovanna Secondulfo trasporta nella sua arte la qualità migliore: si riporta con disincantata freschezza ad una forma creativa in cui i colori vivaci si fondono con le genuine e profonde emozioni per interpretare le tensioni che oggi costringono l’uomo ad indossare perennemente le maschere invisibili che rendono prigionieri. L’artista recupera, rivaluta ed esalta gli elementi naturali rappresentati dal tentativo dell’uomo di purificarsi attraverso l’autenticità della natura e la ricerca del senso del Bello.
Biografia
Nasce a Torino per poi trasferirsi all’età di 3 anni a San Giuseppe Vesuviano. Già da piccola era interessata al disegno, la sua prima esperienza è stata partecipare ad un concorso alle scuole medie vincendo il primo premio, successivamente a 14 anni inizia a dipingere quadri per bambini raffiguranti cartoni animati, per motivi di distanza scolastica abbandona gli studi artistici per proseguire presso un istituto tecnico commerciale è lavorare poi come contabile. Alla fine, la passione rimasta latente si fa viva con il suo primo quadro dopo il matrimonio. Prosegue come autodidatta dipingendo con colori ad olio e successivamente con colori acrilici, sperimenta varie tecniche, tra cui pittura materica, fluid art e stile di corrente impressionistica. Dipinge paesaggi, fiori, ritratti fantastici e astratti. La sua prima occasione di lavoro arriva con un’offerta da parte di uno Chef stellato presso il Ro World di Nola dove dipinge uova pasquali. I suoi ritratti sono molto colorati infatti i suoi autori preferiti sono Monet, Van Gogh e pittori impressionisti. Partecipa a vari eventi come “Carbonara dipinta” dove le viene richiesto di dipingere una panchina pubblica, con una storia di fantasia il cui personaggio era Craò, inventato dagli alunni della scuola di Carbonara di Nola. Partecipa poi all’estemporanea indetta nello stesso evento. Viene poi invitata a partecipare all’estemporanea “I colori di Roccarainola”, riuscendo ad ottenere un ottimo terzo posto in una competizione di livello alto, ha partecipato a varie mostre ad eventi tra cui: “Emozioni dipinte Roccarainola”, “Palma Estemporanea”, “Rinascere si può” organizzata dal curatore d’arte Nando Sorrentino e “Trenta”, una mostra presso il museo civico d’Avanzo, a cura del presidente Carmine Centrella, dove le varie opere sono state abbinate a delle poesie tra cui la sua è stata abbinata alla poetessa Francesca Patitucci che in seguito ha deciso di invitarla ad un concorso di cui lei era presidentessa ovvero “Fuscaldo inversi” nel quale è stata premiata con una menzione d’onore. Inoltre ha partecipato ad un concorso organizzato dal comune di Lauro ottenendo il 3° posto e l’evento “Baiano inversi” nel quale ha ottenuto il 5° posto e le opere sono state pubblicate online facendo il giro d’Europa. Ha donato una sua opera all’ Associazione AGOP (Associazione Genitori Oncologia Pediatrica) il cui ricavato andrà in beneficenza, l’opera è stata esposta in vari eventi tra i quali era ospite Katia Ricciarelli. Ha ricevuto l’invito ad esporre i suoi lavori presso l’abbazia di Domicella ricevendo il plauso dei tanti visitatori. Espone i suoi quadri insieme ad altri artisti al concorso letterario “Diciamola con la poesia” di Thomas Mugnano presso Villa Suprema Roccarainola e recentemente partecipa a una mostra virtuale internazionale in omaggio di Picasso per i 50 anni organizzata da Generoso Vella. Nella seconda edizione di “Carbonara Dipinta” è stata invitata a dipingere, insieme ad altre artiste, un murales nella villa comunale con tema la vita contadina. Una delle ultime partecipazioni è stata alla Collettiva D’Arte “EPIFANIA DEL SACRO” presso la parrocchia di San Francesco D’Assisi Pomigliano D’arco (NA) Curatore Luigi Saviano e Laura Polise. La sua voglia di imparare la porta a sperimentare sempre nuove tecniche pittoriche creando dipinti sempre più complessi.
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