Napoli, 12 Settembre – Parlare di Di Giacomo, tenero modulatore della fragilità degli amori, della fuga inarrestabile delle stagioni, degli autunnali parchi settecenteschi, è fatica davvero non facile. Parlare di Di Giacomo, se non si hanno cose originali da prospettare, è per lo meno di dubbio gusto. La cantante attrice Alessia Moio ha offerto tutto lo spazio necessario nel significare l’importanza di don Salvatore che restituì, oltre misura, la smarrita dignità artistica di un tempo remoto.
La velata metastasiana malinconia è tutta racchiusa in quel capolavoro di “A Capemonte” su note di Enrico De Leva. Una folla di anonimi facitori di canzonette fu il tessuto primario su cui il Di Giacomo trapuntò il disegno delle sue meravigliose immagini, già musica prima ancora che intervenisse il pentagramma.
In “A Capemonte” c’è tutto questo. Una chicca rara che Alessia Moio ha voluto ripercorrere con sorprendenti riprese nel real bosco di Capodimonte. Una fatica meticolosa nel garantirci un video documento d’incommensurabile valore di cui ne siamo davvero grati.
Ciro Ridolfini
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