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Il Diritto alla Salute violato, Studio Legale – Associato Vizzino\Associazione Tribunale del Dolore\Noi Contro La Mala Sanità:”Disagi e cure negate a discapito dei cittadini meno abbienti e delle persone anziane”

Napoli, 25 Novembre – L’emergenza sanitaria in Campania non è mai stata così grave. La curva dei contagi non accenna a decrescere e le strutture ospedaliere sono al collasso. La preoccupazione degli esperti è elevata soprattutto se si pensa che l’inverno è ancora lungo e che, con l’arrivo delle influenze stagionali, la situazione potrebbe precipitare.

In continuità con l’impegno profuso finora sul fronte dell’emergenza sanitaria, lo Studio Legale Vizzino ha deciso di approntare un “Libro bianco della sanità”, che sarà aggiornato quotidianamente con lo scopo di diventare un sempre aggiornato raccoglitore di segnalazioni delle disfunzioni e delle gravi ingiustizie che ogni giorno vengono perpetrate a discapito dei cittadini malati. A scadenze regolari, il “libro” verrà depositato presso le Procure competenti per le opportune indagini.

Particolare attenzione verrà rivolta alle categorie dei cittadini meno abbienti e degli anziani, quest’ultima la più colpita finora dagli effetti del Covid e maggiormente a rischio perché soggetta, per sua natura, a svariate problematiche di salute, che necessitano di adeguate cure e trattamenti anche a prescindere dai fatti pandemici. I nostri anziani si sentono abbandonati dalle strutture ospedaliere e messi da parte dalle Istituzioni, trattati come agnelli sacrificali, come il male minore in una condizione caratterizzata da grande approssimazione da parte del Governo regionale.

Con il 21,4 per cento della popolazione sopra i 65 anni, l’Italia è lo Stato più vecchio d’Europa. Gli anziani con limitazioni funzionali gravi sono oltre 2,5 milioni (dato Istat), ma il nostro è l’unico tra i grandi Paesi a non aver riformato il sistema di servizi pubblici rivolti agli anziani non autosufficienti. In Italia sono oltre 561 mila le famiglie che, per pagare l’assistenza a un non autosufficiente, hanno dovuto erodere i propri risparmi, vendere l’abitazione o indebitarsi; mentre gli stanziamenti pubblici si assottigliano, il carico delle cure grava sempre più sui familiari. L’urgenza di una riforma innovativa e risolutiva deve essere una “priorità dell’agenda politica”.

Ogni anno la Regione Campania stabilisce un determinato budget economico da suddividere tra le varie ASL del territorio campano e destinato a coprire le spese mediche per coloro che risultano esenti per malattia o per reddito. Pertanto, coloro che ne abbiano i requisiti di base possono recarsi presso i centri diagnostici e i laboratori privati in convenzione con le ASL e, tramite l’impegnativa e il pagamento di un ticket, accedere a trattamenti specialistici ed esami strumentali. La situazione attuale è che i fondi stanziati dalla Regione risultano terminati già dal mese di ottobre; pertanto, chi non ha la possibilità di effettuate le cure a pagamento è costretto a rivolgersi esclusivamente alle strutture pubbliche che però hanno liste di attese che possono arrivare in alcuni casi anche a sei mesi!

Altro capitolo del “Libro bianco” riguarderà l’urgenza di prevedere immediatamente la possibilità per i cittadini meno abbienti di effettuare i tamponi naso-faringei gratuitamente anche da parte dei laboratori privati in quanto ad oggi le strutture sanitarie pubbliche non riescono a garantire a tutti cure adeguate e tempestive e l’assistenza domiciliare per chi si trova in quarantena. Sono moltissime le notizie raccolte di persone chiuse in casa anche per più di venti giorni in attesa dell’arrivo dell’ASL.

Nel “libro bianco” trova spazio anche il tema delle cure negate: si pensi ad esempio alla chemioterapia o alla radioterapia. Anche in questi casi la situazione è rappresentata da liste di attesa interminabili, rallentamenti nelle prenotazioni e assenza di personale medico, infermieristico e tecnico. L’emergenza coronavirus ha quasi completamente bloccato per mesi le normali prestazioni della Sanità. Saltati migliaia di interventi chirurgici, si stima che le misure anti coronavirus riducano tuttora del 20-30% l’attività perché, ad esempio, bisogna dare appuntamenti più distanziati ai pazienti per evitare incontri in sala d’ attesa; si sono allungati anche i tempi per le operazioni, con conseguente incremento del rischio della mortalità; basti pensare che tra i pazienti affetti da infarto miocardico la mortalità è triplicata. L’aver in sostanza “chiuso” l’Ospedale Cardarelli, per destinarlo quasi esclusivamente ai malati Covid, ha annullato l’incidenza del Reparto destinato alle cure palliative ed alla Terapia del Dolore, anch’esso oggi utilizzato per ospitare i pazienti affetti da coronavirus. Il Reparto della Terapia del Dolore rappresentava un importante punto di riferimento per i malati che, in fase terminale della loro vita, potevano ottenere comunque il riconoscimento di una dignità e di una autonomia della persona umana; si tratta di un fondamentale diritto dell’uomo riconosciuto con la Legge 38/2010.

Nel capitolo relativo alle proposte operative trova spazio la segnalazione di destinare una determinata zona del territorio di Napoli, ad esempio la Mostra D’Oltremare, affinché venga attrezzata con tendostrutture apposite per accogliere i malati Covid e distanziarli così dai pazienti che non hanno contratto il virus; contestualmente si evidenzia la necessità di disporre l’incremento di assunzioni di medici, infermieri e operatori socio-sanitari, adeguando correttamente anche gli stipendi.

Inoltre, si ribadisce la necessità di predisporre un piano di intervento riformatore nei confronti della categoria dei medici di base, suggerendo di rendere più decisivo il loro ruolo attraverso la predisposizione di più compiti, poteri e responsabilità, come la possibilità di effettuare i tamponi naso-faringei e di essere affiancati da un infermiere specializzato.

Riepilogando, approfittando dell’inclusione della Campania tra le “zone rosse”, di cui al recente DPCM, si suggerisce tra le altre cose di:

– riorganizzare funzionalmente il Servizio 118;

– ripristino immediato delle convenzioni per le visite specialistiche e gli esami strumentali per i cittadini meno abbienti e gli anziani;

– istituzione di una Commissione ad hoc composta da membri della Società civile (psicologi, psicoterapisti, sociologi e medici) per il monitoraggio concreto e ravvicinato delle problematiche legate al Covid–19 e delle relative misure di sicurezza e prevenzione da attuare, nonché in riferimento al danno psichico delle persone.

 

SANITA’ PUBBLICA IN CAMPANIA ALTRO CHE ECCELLENZA!

La Sanità Pubblica del Mezzogiorno oggi è in ginocchio.  Reparti e terapie intensive sono al collasso a causa della grandissima affluenza in tutte le Strutture di pazienti affetti da Corona Virus che giustamente si riversano in quei pochi Pronto Soccorso sopravvissuti ai violenti tagli economici effettuati dal Governo Regionale.

Su questo punto è doverosa una digressione. Negli ultimissimi anni, abbiamo assistito alla chiusura di molti Pronto Soccorso che funzionavano bene e che trovandosi geograficamente in posti strategici della città, rappresentavano un punto di riferimento importante in quanto potevano essere raggiunti facilmente non solo da anziani ma anche da mamme con figli. Alla chiusura di questi presidi ospedalieri è seguita, poi, l’apertura dell’Ospedale del Mare – struttura ospedaliera nella quale  sarebbero dovuti  confluire tutti i P.S. e le strutture chiuse. La struttura è situata non solo nella periferia della città di Napoli ma per di più è stata costruita all’interno della cosiddetta “zona rossa” denominata così per l’altissimo rischio di evacuazione in caso di eruzione del Vesuvio.

La Sanità Pubblica è stata per troppi anni sacrificata e mortificata con tagli, riduzioni e chiusure da una politica regionale che ha pensato solo al risparmio a scapito della salute dei cittadini e senza pensare minimamente alle nefaste conseguenze. Detto questo, ben si può comprendere come sia difficile parlare con tanta semplicità e leggerezza di “eccellenza della Sanità Campana”, con buona pace del Presidente della Regione che si ostina, nelle sue dirette, ad una autocelebrazione di se stesso e del proprio lavoro ostentando rigore, disciplina e competenze che, guadando i fatti attuali, sono del tutto assenti.

LO SCONCERTANTE CASO DEI RICOVERI DEI MALATI COVID AL CARDARELLI

Il quadro attuale così delineato fotografa una situazione drammatica in cui i cittadini hanno paura di recarsi in Ospedale, hanno paura di accedere alle cure e alle terapie in riferimento alle proprie patologie proprio perché oggi recarsi in ospedale equivale non solo ad avere contatti diretti con pazienti affetti da Covid, ma anche avere contatti con gli stessi medici che lavorano purtroppo in assenza di presidi di sicurezza in grado di tutelare loro e gli altri pazienti. 

Allo stato, i cittadini lamentano gravi disfunzioni in ordine al funzionamento e organizzazione dell’Ospedale Cardarelli di Napoli. Infatti, in seguito agli ultimi sviluppi della pandemia, alcuni reparti del suddetto nosocomio, quali ad esempio quello della “Terapia del Dolore”,  sono stati convertiti in presidi per malati Covid sottraendo, di fatto, la possibilità ai pazienti di usufruire di servizi e terapie specialistiche in riferimento a quei reparti.

Ma vi è di più. All’interno della struttura del presidio ospedaliero del Cardarelli è stato istituito una sorta di ospedale da campo destinato appunto ai malati Covid aumentando ancora di più il rischio di incorrere nel contagio del Virus.  

L’aver in sostanza “chiuso” l’Ospedale Cardarelli, una vera  e propria eccellenza campana, per destinarlo quasi esclusivamente ai malati Covid,  annullando  persino l’importanza del Reparto destinato alle cure palliative ed alla Terapia del Dolore, anch’esso oggi utilizzato per ospitare i pazienti affetti da coronavirus, risulta essere una scelta tragica e lesiva nel modo più assoluto del diritto alla salute e del diritto di ricevere trattamenti sanitari da parte dei cittadini.

Il Reparto della Terapia del Dolore, rappresentava un importante e fondamentale punto di riferimento per i malati che, in fase terminale della loro vita, potevano ottenere comunque il riconoscimento di una dignità  e di una autonomia della persona umana.

Si tratta di un fondamentale diritto dell’uomo riconosciuto con la Legge 38/2010. È una Legge fortemente innovativa, che per la prima volta garantisce l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore da parte del malato, nell’ambito dei livelli essenziali di assistenza, al fine di assicurare il bisogno di salute, l’equità nell’accesso all’assistenza, la qualità delle cure e la loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze.  Le strutture sanitarie che erogano cure palliative e terapia del dolore devono assicurare un programma di cura individuale per il malato e per la sua famiglia, nel rispetto dei princìpi fondamentali della tutela della dignità e dell’autonomia del malato, senza alcuna discriminazione; della tutela e promozione della qualità della vita in ogni fase della malattia, in particolare in quella terminale, e di un adeguato sostegno sanitario e socio-assistenziale della persona malata e della famiglia.

Abbiamo voluto parlare di questa importante disposizione legislativa proprio per facilitare la comprensione dell’importanza di un tale Reparto e sottolineare, di converso, la gravità delle decisioni che hanno portato al cambio di destinazione dello stesso.

Allo stato, l’Ospedale “A. Cardarelli” di Napoli risulta interessato da ben 6 COVID AREA! Infatti, all’nterno della struttura ospedaliera sono stati istituiti i seguenti reparti dedicati ai malati Covid:

  • Un reparto di rianimazione;
  • Due reparti di terapia sub intensiva;
  • Tre reparti dedicati ai pazienti Covid che non presentano sintomi gravi.

Duole dover constatare che tali reparti dedicati ai pazienti Covid sono stati istituiti all’interno di una struttura ospedaliera che rappresenta il simbolo dell’eccellenza Sanitaria Campana e che, inoltre, rappresenta un punto di riferimento fondamentale per tutto il Sud Italia.  Le conseguenze che si prospettano sono disastrose per due ordini di motivi:

  • In primis, predisporre l’accesso incondizionato dei malati Covid all’interno di un ospedale che accoglie migliaia di pazienti e per le più disparate patologie, senza prevedere protocolli severi e precisi di distanziamento e percorsi divisi, sicuramente provocherà gravissimi pericoli di contagio tra i pazienti ma anche tra il personale sanitario stesso;
  • In secundis, per la predisposizione delle Covid Area, non solo sono stati soppressi alcuni importanti reparti ma sono stati ridimensionati addirittura i reparti di chirurgia!

Altresì, vi è da segnalare che una parte stessa del Pronto Soccorso dello stesso nosocomio è stata riqualificata e convertita in AREA PRE-COVID e AREA COVID. Anche in questo caso stiamo parlando di provvedimenti altamente allarmanti e preoccupanti in quanto sottrarre all’utenza un tale servizio sanitario esclusivo in grado di affrontare e gestire emergenze e casi critici equivale a ledere il diritto stesso alla salute e alla vita dei cittadini.

Tutto questo è inaccettabile e rappresenterà un gravissimo problema nel momento in cui purtroppo l’aver negato cure tempestive e sicure ai cittadini malati ne decreterà la loro condanna a morte.

Un giorno il Corona Virus verrà finalmente sconfitto ma nel frattempo quante persone saranno morte o staranno per morire perché gli sono state negate le cure necessarie?

Francamente è una domanda che non ci saremmo mai voluti porre e il solo pensiero basta a gettare nello sconforto e desolazione più totale. Occorre che le Istituzioni Regionali e Statali prendano coscienza di tutto ciò e che facciano qualcosa al più presto altrimenti i malati di oggi saranno i compianti di domani e le famiglie arrabbiate di oggi saranno i fautori di giudizi penali e civili di domani.

Alla luce delle gravissime problematiche esposte, si fa sempre più forte l’esigenza di tornare a mettere a disposizione dei pazienti strutture ospedaliere sicure ed efficienti attraverso la predisposizione di un’area ad hoc, tipo la Mostra D’Oltre Mare, deputata all’accoglienza esclusiva dei malati Covid, così da restituire strutture come il Cardarelli alle persone che devono accedere alle cure mediche e assistenza specialistiche.

LA PREOCCUPANTE DIFFUSIONE DEI CONTAGI TRA IL PERSONALE MEDICO E OSPEDALIERO DEL CARDARELLI

Altro profilo sul quale occorre soffermarsi è il gravissimo problema del diffondersi dei contagi che si sta riscontrando negli ospedali, in particolare al Cardarelli,  proprio tra gli addetti sanitari e personale delle pulizie. Con la recente trasformazione di questo polo ospedaliero in centro di accoglienza per malati Covid, da luogo di cura è diventato luogo di malattia. Nonostante il diffondersi del virus, infatti, e nonostante il grido di allarme lanciato dalle organizzazioni sindacali tipo CISAL – con varie note indirizzate alla direzione generale del Cardarelli per un urgente intervento al fine di sottoporre gli operatori delle pulizie e il personale ospedaliero a tamponi – nulla è stato ancora predisposto.

Tale situazione rischia concretamente di diventare catastrofica nella misura in cui, non essendoci le dovute precauzioni e presidi di sicurezza, il pericolo di creare un focolaio di contagi importante è altissimo. Si pensi al fatto che all’interno del Cardarelli ci sono malati anche gravi e che questi rischiano davvero la vita in caso di contagio da Covid. In più, anche il diffondersi dei contagi tra il personale medico e ospedaliere rischia di assumere i toni della tragedia se si considera la già denunciata carenza di personale. Dunque, tale situazione, in mancanza di interventi mirati e certi, espone ovviamente a focolai incontrollati di infezione con diffusione di massa del virus.

Tutti gli operatori che vivono la realtà ospedaliera in senso ampio non sono, quindi, in alcun modo tutelati, divenendo purtroppo loro stessi degli untori, a discapito dell’intero sistema che potrebbe facilmente collassare, senza alcun preventivo controllo.

Anche in questo caso abbiamo ricevuto denunce e richieste di aiuto proprio da parte del personale ospedaliero del Cardarelli che ogni giorno rischia non solo la propria vita, quella dei colleghi e dei familiari ma anche quella dei malati stessi.

Ancora una volta, di fronte a situazioni simili non si può far altro che prendere atto della grandissima incapacità delle Istituzioni Regionali che avrebbero dovuto quanto meno predisporre dei protocolli di sicurezza rigidi e chiari e mettere a disposizione di tutto il personale ospedaliero i dovuti presidi di sicurezza quali tute professionali anti contagio, guanti, mascherine adeguate e tecnologia a sostegno della grave situazione.

Le criticità denunciate si pongono chiaramente a suffragio di quanto già richiesto e ribadito in più occasioni e cioè la necessità di predisporre immediatamente nuove assunzioni ed incrementare tutto l’organico ospedaliero quali medici, infermieri, operatori socio-sanitari, addetti amministrativi e personale delle pulizie, prevedendo anche un adeguamento congruo degli stipendi. In questo modo, avendo più personale a disposizione non solo potrà essere garantita una migliore efficienza della struttura sanitaria ma al contempo risulterà anche più semplice prevedere ipotesi di quarantena e isolamento domestico per coloro che dovessero risultare infetti.

Rabbia, sconforto e paura sono i sentimenti caratterizzanti di coloro che hanno richiesto il nostro aiuto e lo Studio Legale Vizzino, attraverso questo documento vuole dare voce a tutti questi sentimenti affinché arrivino a chi ancora oggi promuove e celebra un’eccellenza della Sanità Campana che nel concreto risulta mortificata, abbandonata, gestita male e contraddistinta da tagli economici ciechi e opportunistici. Per quel che concerne gli operatori del settore ospedaliero del Cardarelli che si sono infettati in conseguenza ed in occasione dello svolgimento della loro mansione lavorativa,  vengono a delinearsi tutti i requisiti di un risarcimento economico per malattia professionale, non avendo il datore di lavoro, nella fattispecie l’Azienda sanitaria e le Istituzioni Regionali, provveduto a mettere in sicurezza l’ambiente di lavoro attraverso le dovute sanificazioni, la messa a disposizione di presidi di sicurezza efficaci e idonei e fatto eseguire tempestivamente i  tamponi, tutte misure necessarie per garantire il diritto alla salute anche sul posto di lavoro e arginare i contagi.

In questo senso, lo Studio Legale Vizzino sta già provvedendo a raccogliere le doglianze e le richieste di aiuto del personale ospedaliero in questione e  sarà pronto ad agire in giudizio per i dovuti accertamenti di responsabilità e conseguenti risarcimenti economici.

Nell’ambito dell’espletamento dell’analisi delle criticità caratterizzanti la Sanità Pubblica Campana, lo Studio Legale Vizzino ha avuto modo di ascoltare e dare voce alle tante persone anziane che hanno chiesto il nostro aiuto per riuscire a superare questa seconda ondata della pandemia. Ancora una volta, dobbiamo segnalare la ricorrenza  di tutti i requisiti per la denuncia del reato di pandemia colposa da attribuire alle Istituzioni Regionali che in questo momento avrebbero dovuto offrire rimedi, assistenza e tutele soprattutto ai cittadini più deboli. Costoro, invece, sono stati abbandonati, sono stati sottratti loro le strutture ospedaliere in cui potersi recare con tranquillità e poter così avere le cure mediche e terapie necessarie.

A questo proposito si paventa la necessità di intervenire immediatamente attraverso la messa a disposizione  per gli anziani di una struttura ad hoc in cui recarsi e ricevere l’assistenza adeguata. Una di queste strutture, che diventerebbe un punto di riferimento esclusivo per gli anziani,  potrebbe essere  una determinata area del Policlinico Nuovo adibito, dunque, come Pronto Soccorso temporaneo per questa categoria di malati. Ulteriore soluzione potrebbe essere quella di mettere a disposizione, quale Pronto Soccorso ad hoc,  una Clinica o struttura Privata.

LA TENDO-STRUTTURA DEGLI ORRORI

E’ ormai notizia largamente diffusa e denunciata sia dai dirigenti che dal  personale dell’Ospedale “A. Cardarelli” di Napoli, quella della costruzione di una tendo-struttura donata dalla Croce Rossa Italiana e che sarebbe stata posizionata alle spalle del Pronto Soccorso del suddetto nosocomio. Si tratta di un ospedale da campo in grado di accogliere circa 25 pazienti e che, alla luce della pandemia da Corona Virus, avrebbe dovuto accogliere i malati Covid. L’uso del condizionale purtroppo  è d’obbligo in quanto la suddetta tenda non è mai entrata in funzione. Infatti, a seguito di dispendiosi lavori strutturali, onde consentire alla struttura un collegamento idrico e fognario, i vari architetti e ingegneri incaricati si sarebbero accorti di una pendenza insormontabile  del terreno sul quale sarebbe dovuta essere costruita la struttura. Dunque,  lavori bloccati, soldi pubblici sprecati in maniera superficiale e pericolosamente approssimativa nonché la possibilità persa di ottenere posti letto in più, sono il risultato ancora una volta di un sistema istituzionale e Sanitario lontano anni luce dai requisiti di eccellenza ed efficienza; un Sistema Sanitario che in un momento critico come quello attuale si permette di sprecare soldi pubblici e donazioni in maniera del tutto sprezzante della vita, delle sofferenze dei cittadini e del diritto alla salute stesso.

 118: URGE  UN SERVIZIO DI SMISTAMENTO DEI PAZIENTI EFFICACE E SPECIFICO

Proprio per garantire a tutti i cittadini napoletani il diritto di accedere alle cure mediche in sicurezza ed efficienza è necessario provvedere ad una predisposizione ed organizzazione ad hoc delle Strutture Sanitarie Pubbliche presenti sul territorio. In primis, urge procedere a mettere in atto un servizio di smistamento dei pazienti a partire dalle chiamate effettuate al 118. Infatti, gli operatori telefonici addetti alle chiamate di soccorso, in base all’urgenza e al motivo della chiamata, dovranno indirizzare il paziente presso la struttura ospedaliera più idonea. I vari ospedali che sono presenti nel circondario napoletano infatti presentano già una certa organizzazione ad hoc in base alla quale il paziente che ha avuto in infarto ad esempio viene trasportato al Monaldi oppure colui che ha riportato una frattura alla mano o una lesione all’occhio deve essere trasportato all’Ospedale “Dei Pellegrini”. Questa “specializzazione” deve essere incentivata ed organizzata in base al fatto che in un periodo critico come questo ci sia il bisogno di una puntuale e severa organizzazione in modo tale da tenere sempre distinti e separati i malati Covid da coloro che invece accedono alle cure per altri motivi.  

IL CURIOSO CASO DEI MEDICI DI BASE CHE NON EFETTUANO LE VISITE MEDICHE

In questi ultimi mesi, caratterizzati dalle grandi problematiche legate alla pandemia da Civid – 19, si è tanto parlato del Medico di base e del suo ruolo. Tristemente abbiamo dovuto constatare, anche in questo ambito, un ulteriore elemento che ci allontana ancora una volta da quella paventata visione di eccellenza della Sanità Campana. Molti cittadini hanno denunciato e raccontato disagi e criticità legate proprio alla figura del medico di base. Una volta era definito “medico di famiglia”, oggi è stato riqualificato quale “medico di base” e il suo ruolo sarebbe quello di curare, assistere e diagnosticare per primo le eventuali patologie sofferte dai propri pazienti prestabiliti ex lege. La sua sarebbe una posizione privilegiata in quanto essendo il punto di riferimento dei propri pazienti rivestirebbe quel ruolo e quella posizione di vicinanza che gli consentirebbero di captare per primo le problematiche del paziente ed indirizzarlo verso le giuste cure e i dovuti accertamenti. Dico “sarebbe” in quanto di fatto non è così che si verifica, Infatti, sempre più cittadini lamentano il fatto di non essere seguiti dal proprio medico e di sentirsi abbandonati. Molto spesso si verificano situazioni in cui il medico si limita a redigere le ricette mediche e non effettua né visite mediche di persona presso il proprio studio né si reca presso le abitazioni di coloro che richiedono assistenza. Tali problematiche sono orami risalenti nel tempo e nell’ultimo periodo sono aumentate a causa del diffondersi della pandemia. Il Protocollo stilato dalle Regioni prevedeva che nel caso di sintomi di Corona Virus il medico di base si sarebbe dovuto attivare per allertare l’ASL di competenza e far partire i dovuti accertamenti, per poi recarsi presso l’ammalato per le dovute cure del caso. Non è nemmeno il caso di ribadirlo, tutto questo non è avvenuto e anzi in molto casi ci sono stati rallentamenti e disagi negli interventi delle ASL proprio a causa delle negligenze dei medici di base.

Abbiamo già più volte ribadito la necessità di predisporre un piano di intervento riformatore nei confronti di questa categoria di medici, suggerendo di rendere più decisivo il loro ruolo attraverso la predisposizione di più compiti, poteri e responsabilità. Contestualmente evidenziamo la necessità di prevedere dei controlli costanti e rigidi da parte delle ASL sul loro operato in modo tale da rendere più efficiente il Sistema Sanitario.

In riferimento ad un riconoscimento più ampio di poteri avevamo previsto e ribadiamo ancora una volta la possibilità per i medici di base di effettuare i tamponi naso faringei e di essere affiancati da un infermiere specializzato. Unitamente a ciò rileviamo la necessità di prevedere adeguati sistemi di prevenzione e di sicurezza, quali tute, guanti e mascherine, da dare in dotazione a medici e infermieri.

E’ davvero avvilente pensare che oggi in Campania i medici di base non mancano e nonostante ciò ci sono migliaia di cittadini campani che lamentano carenza di assistenza sanitaria e stati di letterale abbandono da parte di questi ultimi.

È triste dover riflettere sul mancato apporto e partecipazione dei medici di base al percorso sanitario dei paziente che di fatto potrebbero dare un grande e decisivo contributo, soprattutto alla luce dell’emergenza attuale, al percorso di cure e di diagnosi rendendo di fatto più funzionale e costruttivo l’iter clinico- diagnostico. Attualmente, si registrano grandi rallentamenti e disfunzioni critiche da parte delle ASL del territorio della Campania e, dunque, a maggior ragione l’intervento effettivo e concreto dei medici di base potrebbe essere decisivo e necessario proprio per rendere meno gravoso e più efficiente il lavoro della Sanità Pubblica. 

Ulteriore misura urgente richiesta a gran voce è quella di predisporre l’assunzione immediata  di medici, infermieri e operatori socio-sanitari che vadano a coadiuvare il personale ospedaliero già impiegato e che attualmente risulta stremato da turni massacranti di lavoro.

L’assunzione di medici potrebbe essere agevolata fortemente attraverso l’abolizione del test a numero chiuso per l’ingresso alla facoltà di Medicina.

COMITATO PERMANENTE PER MONITORAGGIO COVID E SOSTEGNO MORALE PER DANNO PSICHICO DELLE PERSONE

Ancora, a livello Istituzionale Regionale sarebbe utile istituire un Comitato Permanente

Composto da membri della Società civile, psicologi, psicoterapisti, sociologi e medici per il monitoraggio concreto e ravvicinato di tutte le problematiche legate al Covid –

19 e delle relative misure di sicurezza e prevenzione da attuare.

Al nostro Presidente della Regione, Vincenzo De Luca, chiediamo dunque di agire in tal senso al più presto e di non sottovalutare il problema, anche perché omissioni di questo genere costituiscono gli estremi per il reato di epidemia colposa.

Un altro aspetto da non sottovalutare, strettamente correlato alla diffusione della pandemia, è quello psicologico. Sempre più persone si ritrovano a dover vivere situazioni drammatiche sia dal punto di vista psicologico che economico. Pertanto, l’istituzione di un tale servizio, associato ad un numero verde, servirebbe per offrire supporto morale e vicinanza a tutti coloro che in seguito allo stato di emergenza dovuto al Covid abbiano subito gravi conseguenze e disagi. Stiamo parlando di conseguenze molto gravi che integrano i presupposti del danno psichico alla persona suscettibile di risarcimento economico. A questo proposito ci riserviamo ogni azione legale volta all’accertamento del danno e relativa riparazione in sede giudiziale.

***

A questo punto, alla luce dei disagi e delle problematiche denunciate, è necessario giungere ad una chiusura immediata di tutte le attività per almeno 30-40 giorni e predisporre un serio programma di sicurezza e sanificazione in grado di garantire il diritto alla salute di tutti i soggetti. Questa chiusura momentanea sarebbe propedeutica all’individuazione di tutte le misure obbligatorie da porre in essere che dovranno essere ben concordate e studiate. L’economia della Regione è in seria difficoltà e proprio per questo motivo dovranno essere poste in essere determinate misura di sicurezza. In particolare, si ribadisce l’urgenza di istituire un Polo Ospedaliero distaccato e dedicato esclusivamente ai malati Covid così da poter garantire il diritto alla salute dei cittadini napoletani che vogliono recarsi in Pronto Soccorso o in altri reparti per eseguire le dovute terapie mediche. In questo modo l’Ospedale Cardarelli potrà tornare ad avere la sua funzione di punto di riferimento per tutti i cittadini napoletani.

E’ necessario, altresì, occuparsi con urgenza della condizione di abbandono degli anziani mettendo loro a disposizione una parte del Policlinico Nuovo o una struttura privata in grado di fornire loro cure adeguate e  idonee.

Ancora, le Strutture Pubbliche dovranno assumersi i costi dei tamponi naso faringei che i cittadini meno abbienti devono effettuare essendo costretti a rivolgersi ai laboratori privati.

Si ribadiscono dunque, i determinati punti cruciali dell’intervento:

  • Istituzione di un Libro Bianco della sanità per la raccolta e la denuncia delle problematiche in ambito sanitario;
  • abrogazione del numero chiuso per l’ingresso alla Facoltà di Medicina;
  • incremento dell’assunzione di medici, infermieri e operatori socio sanitari, con adeguamento idonei degli stipendi;
  • predisposizione di presidi di sicurezza e di prevenzione efficaci (tute protettive, guanti e mascherine) per medici, infermieri e operatori sociosanitari;
  • istituzione di un polo-ospedaliero destinato ai soli casi Covid con conseguente liberazione del Cardarelli da tutti i padiglioni adibiti ai malati Covid;
  • Servizio efficiente di smistamento dei pazienti nelle varie strutture ospedaliere specifiche a partire dalle chiamate al 118;
  • Ripristino immediato delle convenzioni ospedaliere per le visite specialistiche e gli esami strumentali per i cittadini meno abbienti e gli anziani;
  • predisposizione di una parte del Policlinico Nuovo o di una Clinica Privata deputata esclusivamente alla cura e all’assistenza degli anziani;
  • tamponi naso – faringei gratuiti per i cittadini meno abbienti anche se effettuati in laboratori privati;
  • intervento riformatore per il medico di base previsione di controlli rigidi e costanti da parte delle ASL;
  • istituzione di una Commissione ad hoc composta da membri della Società civile, psicologi, psicoterapisti, sociologi e medici, in correlazione ad numero verde, per il monitoraggio concreto e ravvicinato di tutte le problematiche legate al Covid–19 e delle relative misure di sicurezza e prevenzione da attuare, nonché in riferimento al danno psichico delle persone.

Carlo Landolfi ( ass. noi Contro la Malasanità)

 Avv Caterina Santangelo

Avv. Riccardo Vizzino

 

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