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Riflessioni in pillole Rubriche

Quando una figlia si sposa

Napoli, 21 Settembre – Sono tante le emozioni che si scatenano quando una figlia si sposa, iniziano già nel momento in cui ti viene annunciato che le è stata fatta la proposta di matrimonio. La prima sensazione credo sia la più comune: sembra ieri che sia nata, com’è possibile che già si sposa? Ovviamente la felicità che si legge nei suoi occhi, fa sparire immediatamente l’incredulità di qualche istante prima, e commossa l’abbracci e le fai le tue felicitazioni.

Tante sono le cose che in questa occasione si dicono, altrettante quelle che si pensano, la prima in assoluto è che questa unione possa durare per sempre con l’amore di questo momento. Credo che qualsiasi genitore e la mamma in particolare, sappia quanto peso gravi su una donna: il lavoro, i figli, la gestione della famiglia e quanto l’amore e l’aiuto tra i due coniugi, siano gli ingredienti essenziali affinché la donna non venga sopraffatta e possa così vivere anche la sua individualità che resta sacrosanta.

I preparativi diventano piccoli assaggi di quello che si vivrà in quel giorno, attimi di felicità e anche di ansia che non manca mai. E così si iniziano a scandire i passi da fare.

Matrimonio religioso o civile?

Nel passato era questa una domanda che neanche si pensava potesse esistere, il matrimonio civile era visto come qualcosa di sacrilego e chi lo faceva veniva etichettato.

Trovo giusta invece questa evoluzione nelle giovani coppie. Il matrimonio religioso merita il rispetto che gli è proprio, è per coloro che credono e sentono di appartenere a quella comunità e desiderano affidare quell’unione nelle mani di Dio. Ben venga quindi quello civile per chi, credente o meno, sente la necessità di agire secondo la propria coscienza e non falsificare un sacramento.

La data

La data il più delle volte è orientativa poiché se non c’è un largo anticipo, a volte persino di due anni, è subordinata alla disponibilità del luogo in cui si vuole festeggiare ed ecco quindi che si sceglie tra quelle libere nel mese preferito.

L’abito da sposa

A tal proposito c’è da fare una precisazione, l’importanza di trovare l’atelier giusto, non necessariamente per la collezione degli abiti, quanto per la concezione di chi c’è dietro. Un abito da sposa, ma anche da cerimonia è paragonabile a parole che messe insieme racconteranno una storia, quella di una donna che sta sognando il suo futuro. Un abito è poesia, chi si dedica a questo lavoro imbastisce non solo lembi di stoffa pregiata, ma le emozioni, le illusioni, le immaginazioni di una bambina che presagiva il giorno in cui sarebbe diventata grande e si sarebbe vestita come una principessa. Ago e filo saranno la narrazione di quella storia d’amore. Devo dire che noi con l’Atelier Eme, non potevamo desiderare di meglio, hanno soddisfatto completamente qualsiasi esigenza e con amore e cura hanno seguito la sposa, noi mamme degli sposi, le damigelle. E poi a finire, la scelta del menù, delle bomboniere, dei fiori, della musica etc. etc.

Ma il pensiero fisso che non abbandonerà la sposa fino a quel giorno è: come sarà il tempo?

Allora si inizia a guardare ossessivamente il meteo, per fortuna anche se c’è stato un brusco calo di temperatura, siamo stati graziati e nonostante non sia stato più possibile mangiare all’aperto sotto i bellissimi salici del “Palazzo Gambara”, abbiamo vissuto le sue bellezze con aperitivo e torta all’aperto e la cena nella “Sala delle Colonne”.

Ecco io per un anno intero ho vissuto con Ilaria un turbinio di emozioni, preoccupazioni, anche discussioni, in preparazione del suo matrimonio che si è celebrato solo pochi giorni fa, lunedì sedici settembre, anche se sembra sia già trascorso un secolo.

È stato un anno bello perché la felicità che lei emanava era coinvolgente e mi faceva battere forte il cuore. Ho trattenuto le lacrime per tutto questo tempo, ma alle promesse che si sono scambiate Ilaria e Diego non ho resistito.

Ho cercato a lungo parole da poter dire loro, ma stranamente non sono mai riuscita in tutto questo tempo a mettere giù neanche una frase, ma adesso ho finalmente compreso il perché.

Le uniche parole che contano sono quelle che si sono scambiati con occhi pieni di lacrime, la voce rotta dall’emozione e il cuore colmo d’amore e se delle parole mi fossero mai venute in mente, avrei voluto fossero state quelle.

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