Politica

Zelensky vola in Usa, Kevin McCarthy: “Non sosterrò nessun assegno in bianco”

Napoli, 22 Dicembre – “Chi l’avrebbe mai detto il 24 febbraio che per Natale Zelensky sarebbe stato alla Casa Bianca, ricevuto con tutti gli onori?” Antonio Polito, editorialista del Corriere della Sera. Al peggio non c’è mai fine. “Ha esposto una serie di ragioni per le quali il mondo libero dovrebbe continuare a combattere”, ha dichiarato il leader repubblicano Kevin McCarthy dopo il discorso di Zelensky al Congresso, “ma non sosterrò mai un assegno in bianco. Vogliamo assicurarci che si renda conto di ogni dollaro speso”.

La determinazione degli Usa dovrebbe fare riflettere l’Europa che, dal 24 Febbraio, ha avuto una serie di reazioni isteriche. Intanto… “La guerra continua. Le sofferenze del popolo ucraino sembrano non avere mai fine. L’escalation militare progredisce senza soste. Le prospettive di una “pace giusta” sono solo delle chimere. Nessuno del resto sembra più cercarla. Né le Nazioni Unite, né l’Osce, né l’Ue, sempre più lontana quest’ultima dal suo tradizionale ruolo di mediazione e di compromesso. Ci siamo insomma abituati alla guerra. Tanto l’Ucraina è lontana. Basta inviarle armi, sempre più armi. L’aiuteremo così a difendersi e serviremo la causa della pace, costringendo la Russia alla resa.

Questa è la paradossale tesi predominante. L’ Occidente in Ucraina difende la democrazia e la libertà, anche se l’Ucraina non può certo essere definito un paese libero e democratico. Altro paradosso. Se è sacrosanto rispettare il principio della intangibilità delle frontiere, stessa attenzione andrebbe riservata ai princìpi dell’autodeterminazione dei popoli e della protezione delle minoranze linguistiche, princìpi dei quali però, stranamente, non si parla mai quando si evoca il conflitto russo-ucraino.

Altra (tranquillizzante) narrazione oramai generalizzata è che nessuno userà mai le armi nucleari. Ma chi ce lo può assicurare? Un accordo tra le due super potenze? Ma sappiamo che in caso di sopravvivenza per un paese, gli accordi diventano degli “chiffons de papier”. Almeno in questo periodo, i belligeranti diano ascolto alle parole del papa e si affidino alla sua saggezza. Tacciano le armi, almeno per qualche giorno. Evitino l’escalation di Natale, lavorin invece per una tregua natalizia. I loro popoli ne sarebbero sicuramente felici. E sarebbe ben augurante per il futuro”. Domenico Vecchioni, ambasciatore Non per essere cinici, ma questo amore per Zelensky chissà quanto durerà.

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