Napoli, 11 Ottobre – “Zelensky teorizza ormai l’attacco nucleare preventivo contro la Russia e in subordine di “portare la guerra sul loro territorio”. Mette in pratica la teoria ammazzando la figlia di Aleksandr Dugin e facendo saltare il ponte di Crimea, due obiettivi altamente simbolici su cui gli americani stessi, tramite il New York Times, esprimono irritazione vedendo le impronte digitali della Sbu, i servizi segreti militari ucraini al servizio di Zelensky.
Putin reagisce facendo piovere missili a Kiev sulla sede della Sbu e sugli uffici di Zelensky. Ora un mondo ragionevole, un’Europa ragionevole, le Nazioni Unite ragionevoli cosa dovrebbero fare? Come minimo togliere benzina dal fuoco, avviare un’iniziativa diplomatica, magari piazzare una forza di interposizione tra i due belligeranti. E invece l’Occidente irragionevole che fa? Manda altre armi a Zelensky.
Lo fa l’Italia senza neanche passare dal voto del parlamento, lo fanno gli Usa con 675 milioni di dollari appena deliberati per far arrivare in Ucraina altri sistemi missilistici Himars, particolarmente richiesti da Zelensky. Perché? Perché possono colpire con una gittata di 300 km. A cosa serve una gittata del genere. A colpire il territorio russo. Questo è benzina sul fuoco, irragionevolezza, follia. I responsabili hanno nome e cognome: Joe Biden, Ursula Von der Leyen, Mario Draghi con la complicità di Giorgia Meloni che ha assicurato continuità a questa folle condotta guerrafondaia che contrasta profondamente con l’interesse di famiglie e imprese italiane.
Ma l’avete votata voi (o avete votato comunque partiti favorevoli all’invio di armi in Ucraina), quindi non avete neanche diritto al lamento. Pagate le vostre bollette quintuplicata, accorgetevi dallo scontrino della spesa che i beni di prima necessità costano il doppio, osservate l’ossequio ai diktat anche valoriali imposti da strutture straniere e sappiate che, tranne pochissimi, siete stati complici di questa politica senza senso che ci sta scaraventando nel baratro.” Mario Adinolfi, giornalista e scrittore, già parlamentare della Repubblica.
“La Russia è aperta alla diplomazia, le condizioni sono note. Più Washington incoraggerà l’atteggiamento militante di Kiev, incoraggiando gli attacchi terroristici dei sabotatori ucraini, più sarà problematico trovare soluzioni diplomatiche”. Maria Zacharova, portavoce del ministro degli esteri russo.
“L’Ucraina è solo l’inizio di un confronto geopolitico molto duro con il blocco delle dittature. Si deve arrivare ad una coesistenza ma questa possibilità dipende da due fattori: 1) l’unità delle democrazie; 2) la capacità di mantenere una linea di politica estera nel tempo. Se Cina e Russia vedranno che l’Occidente è molle e indeciso allora le loro azioni diventeranno più aggressive e i rischi di un conflitto globale aumenteranno. Purtroppo in tutto il mondo la destra è infiltrata da Cina e Russia. Basta vedere le astensioni all’ONU su Ucraina. Occorre riprendere il percorso interrotto da Trump per la costruzione di una rete commerciale delle democrazie e dei paesi amici e riportare una visione realista della politica estera per tenere vicini paesi chiave nel Golfo e nel mediterraneo e staccare l’India da Cina e Russia. Il problema è che la leadership americana è debole e il sovranismo filo russo mascherato da isolazionismo è ben presente anche lì. Tocca a Francia, Germania, Spagna e Italia giocare questa partita in modo intelligente per fare dell’Europa il motore di questa nuova costruzione.” Carlo Calenda, Azione. ” Zelensky è come Putin, non vuole la pace” Vittorio Feltri.
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Giornalista pubblicista. Nata a Nola. Si è laureata alla Pontificia facoltà teologica dell’Italia meridionale.
Le sue passioni sono la politica, la buona tavola, il mare e la moda.
Accanita lettrice, fervente cattolica e tifosa del Milan.
