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Gli studenti dell’Università romana La Sapienza occupano la Facoltà di Lettere

Napoli 31 Marzo – Continuano ad ardere le coscienze e le soggettività della società italiana, dopo un contatto con ciò che sta accadendo in Europa, stavolta ad alzare la voce sono gli studenti dell’università romana “La Sapienza” che nella serata del 30 marzo 2022 occupa la facoltà di lettere.

L’incertezza del periodo storico e la poca chiarezza politica delle nazioni mondiali è territorio fertile per le riflessioni e di nuovi movimenti. Movimenti non creati da zero, ma gruppi di persone che decidono di prendere coscienza e di avere voce in capitolo in varie attività.  Non siamo lontani da periodi passati del XX secolo e l’opinione pubblica tuona a causa delle problematiche reali come i prezzi reali dei carburanti e delle utenze.

Tornando alla situazione specifica, l’atto di occupazione rivendicato da due gruppi dell’università capitolina che sono il gruppo “nemesi” e “fuori luogo”. Si evince la motivazione dalle loro pagine social e sono chiare. Riprendendo due virgolettati “Siamo gli studenti e le studentesse dell’università La Sapienza. In un momento storico come questo crediamo sia necessario costruire spazi di discussione e azione a partire dai luoghi della formazione. Dopo due anni dallo scoppio della pandemia da Covid-19 e lo svuotamento di tutti i nostri luoghi di socialità e incontro, la guerra ci impone di tornare a costruire insieme il nostro futuro. Per questo oggi abbiamo occupato la facoltà di Lettere.”

Da questa affermazione si rende noto ciò che è frutto di due anni di crisi pandemica, dove si evince il desiderio di riprendere spazi comunitari dove sviluppare il pensiero e ricreare solidità delle soggettività delle idee. Mentre nel secondo virgolettato che vi espongo, si denota la polemica verso la politica delle università italiane verso le differenze di pensiero “Abbiamo bisogno di disertare e sabotare a partire dagli spazi che viviamo quotidianamente. Sappiamo bene come il pacifismo delle nostre università e di tutte le istituzioni europee in realtà nasconda una logica guerrafondaia.

Le università italiane hanno preso posizione rispetto al conflitto tramite atti di censura che riteniamo inaccettabili come la cancellazione del corso di Paolo Nori su Dostoevskij all’università Milano Bicocca e note di diffida a professori che hanno espresso pubblicamente posizioni non allineate alla politica del governo. Tutto questo mentre si continuano a ricevere finanziamenti da aziende come Leonardo Spa, una delle principali aziende produttrici di armi a livello mondiale, con cui l’università La Sapienza dal 2002 sigla accordi di partnership.”

All’indomani di queste azioni, esplicite ma anche emblematiche, è giusto dare uno specchio della realtà a 360 gradi di ciò che è il paese reale. Il paese reale dove non tutto è ovattato da difficoltà ma anche da un gruppo – una classe- di cittadini che (meno male) tengono a offrire e creare un’idea alternativa a ciò che viene offerto dalla politica. Un gesto che non sconcerta, anzi, tiene aperto uno spiraglio sui ragionamenti che si possono effettuare in chiave futura ma tenendo conto del passato e la realtà senza idee date per scontato dai l’idea principale che si sta delineando in Italia e vuole essere fatta passare per maggioritaria.

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