Palma Campania, 5 Maggio – L’associazione Arci Pama Campania ha organizzato un interessante incontro culturale tenutosi il 30 aprile scorso presso la sala teatrale comunale e dedicato al tema dell’inquinamento ambientale. Relatrice della serata è stata Marzia Caccioppoli dell’associazione Noi genitori di tutti onlus, la quale ha parlato della sua terribile esperienza di madre che ha visto morire il suo bambino, Antonio, vittima di una forma tumorale rarissima sui giovanissimi e ascrivibile a quelle causate dall’inquinamento ambientale.
La storia di Antonio è simile a quella di altri bambini che si sono ammalati per colpa dell’inquinamento ambientale nelle Terre dei Fuochi (terre al plurale, assimilando le città del Nord e del Sud Italia, accomunate dal dramma dello scempio ecologico e dei suoi danni). Marzia, madre giovane e determinata, nel 2013, subito dopo la perdita del figlio, ha scelto di partecipare al movimento di don Maurizio Patriciello e di aiutare chi affrontava il suo stesso dolore. Pochi mesi dopo è stata cofondatrice dell’associazione, Noi genitori di tutti onlus, con la quale tuttora cerca di dare conforto a chi vive in famiglia il dramma del cancro, ma anche di informare in maniera incisiva sulla pericolosità dell’inquinamento ambientale.
Sulla stessa linea di denuncia e di richiamo al senso di responsabilità e alla coscienza civica, Massimo Ferraro, avvocato palmese, ha spiegato come, dopo un lungo lavoro di raccolta di dati effettuata in collaborazione con validi colleghi, sia riuscito a presentare un ricorso collettivo alla Corte europea dei diritti dell’uomo, affinché sia riconosciuto il nesso causa-effetto tra l’inquinamento ambientale e le sue conseguenze sulla salute pubblica.
Marzia Caccioppoli abita a Casalnuovo di Napoli, comune che insieme a Terzigno ha il più alto tasso di mortalità infantile a causa di patologie tumorali leucemiche e del sistema nervoso. Dal dicembre 2013 è una delle mamme dell’associazione Noi genitori di tutti, nata in seno al movimento attivista del sacerdote Maurizio Patriciello, già da prima impegnato nella campagna di denuncia e sensibilizzazione sui reati ambientali delle Terre dei Fuochi, i territori che dal Nord al Sud dell’Italia sono stati oggetto di sversamenti illegali e pericolosi, il più delle volte senza che le istituzioni sapessero, o esercitassero azioni di contrasto. L’associazione Noi genitori di tutti si adopera soprattutto nel nucleo parrocchia, a Caivano, a favore dei giovani del Parco Verde e dei Giovani della speranza, che vivono in un contesto socio economico a rischio. Caivano è comunque solo il luogo da cui si propaga l’azione del movimento: le mamme dell’associazione possono infatti contare su una fitta rete di volontarie che, a distanza, crea i presupposti per facilitare l’iter alle famiglie che hanno esigenza di ricorrere a visite e cure presso l’ospedale Gaslini di Genova. L’associazione, per scelta, non riceve fondi pubblici e fa affidamento solo sulle donazioni e l’aiuto di chi è disponibile a dare una mano, nel rispetto della trasparenza e della legalità.
Noi genitori di tutti non opera soltanto a favore di chi vive il difficile e drammatico problema della malattia, sostenendo, tra l’altro, le spese dell’acquisto dei farmaci e offrendo supporto psicologico, ma agisce sul territorio, cercando di sensibilizzare la popolazione sulla tematica dell’inquinamento ambientale, nell’intento di tenere sempre alta l’attenzione sulla salubrità dell’aria, dell’acqua e delle campagne, per prevenire grazie all’impegno civico ulteriori reati, nella convinzione che le scuole siano i vivai dei futuri cittadini e amministratori delle comunità locali.
Chiaro ed esplicativo anche l’intervento tecnico di Massimo Ferraro, il quale ha illustrato l’iter che lo ha portato a presentare un ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo, che ha sede a Strasburgo. Il lavoro di preparazione del ricorso è iniziato nel 2013 e costituisce un’iniziativa di speranza, una battaglia legale a favore di coloro che, a causa di un’esposizione prolungata territori della Campania, Terra dei Fuochi, ritengono di aver riportato un danno, talvolta tanto grave da coincidere con l’evento morte di un congiunto.
Dal punto di vista giuridico è arduo dimostrare l’esistenza di un’eziologia, di un nesso di causalità tra l’effetto e un comportamento che può essere omissivo o commissivo; è quindi difficile ottenere un risarcimento per il danno patrimoniale, biologico, o morale. Con il ricorso presentato si sta appunto provando a giungere a questo risultato. Il ricorso è stato avviato dopo che nel 2013 furono rese pubbliche le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Carmine Schiavone, del 1997 ascoltato dalla Commissione Parlamentare d’Inchiesta nell’ambito dei reati con oggetto lo smaltimento illecito dei rifiuti e le attività a esso connesse. L’avvocato Ferraro e il gruppo che ha aderito all’iniziativa hanno appunto lavorato ricostruendo le vicende e i fatti di cronaca e basandosi su due matrici il ciclo dei rifiuti e la sua cattiva gestione (anni 1994-2009) e lo sversamento dei rifiuti tossici nelle cave.
Hanno concluso la serata l’intervento dell’assessore con delega all’ambiente Nello Nunziata, che ha illustrato l’azione dell’amministrazione comunale palmese per il monitoraggio del territorio, nell’ambito del quale si verificano ancora numerosi casi di sversamento di rifiuti solidi in aree periferiche, e un dibattito animato dalle osservazioni del pubblico, sensibile alla tematica.
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Nata a Napoli, lavora nel settore dei beni culturali e della comunicazione. Ha scelto di non lasciare il Sud perché ritiene che esso abbia ancora tante cose belle da raccontare”.